Redazione
Il Ministero dell’Interno è stato condannato a risarcire 9.750 euro a un dipendente amministrativo della Questura (50 euro per ognuno dei 195 benefici negati, fra riposi e congedi).
L'impiegato, che per molto tempo si è visto opporre illegittimamente un rifiuto alle sue lecite richieste di congedo per assistenza figli, è stato discriminato rispetto a tutti gli altri mariti e padri, che hanno una moglie casalinga e hanno goduto dei benefici di legge.
La giurisprudenza di legittimità è ormai orientata a ritenere la casalinga vera e propria lavoratrice, sia pure non dipendente. E la condotta dell'amministrazione, dunque, ha integrato un comportamento discriminatorio in base al decreto legislativo 198/06.
A stabilirlo è stato il Tribunale di Venezia con sentenza n. 192 del 9 febbraio scorso.