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Venerdì, 05 Dic 2025

Non farà certo piacere a tutti coloro che sono in ritardo con i pagamenti dovuti a qualsiasi titolo alla pubblica amministrazione apprendere che a partire dal primo maggio scorso gli interessi  di mora sono aumentati dal 4,5504% al 5,2233%.

E’ quanto emerge dal provvedimento direttoriale n. 27678 del 4 marzo 2013, con il quale  l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che a decorrere dal 1 maggio 2013 gli interessi di mora per ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo sono determinati nella misura del 5,2233% in ragione annuale, pari alla media dei tassi bancari attivi del periodo 1/1/2012 – 31/12/2012, come comunicato dalla Banca d’Italia.

Per imprese e cittadini tassati e tartassati è un duro colpo sapere che lo Stato consente a Equitalia, Inps e altri riscossori pubblici di aggravare ulteriormente le cartelle esattoriali di quasi ¾ di punto percentuale, in un momento in cui, per la grave difficoltà economica, perfino la Banca centrale europea sta riducendo i tassi di interesse.

Infatti, l’articolo 30 del DPR 602 del 1973, così come sostituito, da ultimo, dall'art. 14, D.Lgs. 26 febbraio 1999, n. 46, prevede che decorso inutilmente il termine previsto dall'articolo 25, comma 2, sulle somme iscritte a ruolo, si applicano, a partire dalla data della notifica della cartella e fino alla data del pagamento, gli interessi di mora al tasso determinato annualmente con decreto del Ministero delle finanze con riguardo alla media dei tassi bancari attivi.

Ovvero al tasso di interesse che le banche applicano ai loro debitori.

La legge, però, non prevede la data di decorrenza del provvedimento ministeriale di aggiornamento del tasso di interesse. E’ così accaduto che dal 2009 al 2012 il provvedimento di variazione avesse effetto dal 1° ottobre. Quest’anno, invece, dato che era in aumento, è stato anticipato al 1° maggio.

Piena applicazione trova, poi, il noto adagio ‘fatta la legge trovato l’inganno’. Nel 2010 e 2011, quando i tassi di interesse erano in discesa, a differenza degli altri anni, sfruttando la locuzione “con riguardo alla media dei tassi bancari attivi”, l’Agenzia delle Entrate ha maggiorato di un punto percentuale il dato medio comunicato dalla Banca d’Italia.

Lo Stato, pur di fare cassa, non pone freni alla fantasia.

 

Tassi di interesse di mora determinati dalla Agenzia delle Entrate

Anno Data decorrenza Media Banca d'Italia Tasso interesse di mora
2009

1 ottobre

6,8358

6,8358

2010 1 ottobre 4,7567 5,7567
2011 1 ottobre 4,0243 5,0243
2012 1 ottobre 4,5504 4,5504
2013 1 maggio 5,2233 5,2233

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