Tra le tante manifestazioni di cordoglio registrate in Italia dopo le efferate stragi compiute a Parigi dall’Isis, anche quelle promosse dalle amministrazioni pubbliche e dalle università italiane, che a mezzogiorno hanno osservato un minuto di silenzio.
Negli Atenei, l’iniziativa è stata preceduta dalla lettura di un messaggio dei Rettori, per i quali «La terribile strage perpetrata a Parigi da militanti dell’Isis ci ha sconvolti, ma non ci lascia impietriti. Al contrario. Diciamo immediatamente e con forza: “Questo non può essere Islam”.
Come rettori delle università italiane siamo custodi di un’impresa umana, quella del sapere, che è per natura pacifica e tollerante. Come studiosi conosciamo l’inestimabile contributo dato a questa impresa universale da Paesi e culture di tradizione islamica.
Respingeremo sempre il tentativo di chiunque di chiamare un dio o un’intera civiltà a complice di azioni assassine, proditorie, spietate come quella del 13 novembre. Sapremo difendere in ogni modo questo principio e le comunità che lo condividono … ».
Particolarmente toccante la cerimonia presso l’Università di Trento, dove aveva conseguito la laurea la giovane Valeria Solesin, che è stata barbaramente trucidata nell’attentato al Bataclan.
«Tra le molte vittime degli eventi che venerdì sera hanno sconvolto la città di Parigi - ha ricordato il Rettore Paolo Collini - c’era anche Valeria Solesin, una giovane ricercatrice italiana che aveva compiuto i suoi studi nella nostra Università.
Era una brillante laureata della Facoltà di Sociologia, una giovane ricercatrice di talento, una cittadina europea impegnata nell'azione a favore dei meno fortunati.
Tra i suoi interessi di ricerca c’erano i modelli di organizzazione del lavoro e della società, ambiti in cui sono possibili forme di integrazione e di inclusione sociale. Il nostro pensiero va a lei, che ha dedicato la sua vita alla conoscenza e all'impegno civile e a tutte le vittime di questa tragedia»