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Giovedì, 02 Mag 2024

Concludiamo questa nostra inchiesta, basata sul 5° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, con un’analisi delle scelte degli italiani in campo alimentare. Il dato da cui si deve partire è la crescente attenzione che negli anni recenti è stata prestata all’alimentazione, una materia verso la quale gli italiani si mostrano sempre più sensibili e di cui vogliono essere informati, magari soltanto come effetto di una moda. Tutto questo sta comportando la preferenza verso esercizi ristorativi improntati alla selezione delle materie prime, nonché alla predilezione per il biologico, la filiera corta e i cibi stagionali, puntando, nel contempo, alla salubrità del cibo, alla sua sicurezza e all’equilibrio della dieta.

L’Italia rimane il paese con il più alto numero di prodotti a denominazione d’origine controllata del mondo, con tutto quel che questo comporta nel legame tra prodotto e territorio: la provenienza propone o suggerisce immagini o valori di una certa terra, ma anche tradizione e affidabilità, mentre un ruolo importante gioca anche la filiera corta, col rapporto diretto produttore-consumatore, che assicura la qualità dei prodotti, sempre meno garantita nel mercato globalizzato.

Se questo spiega una tendenza verso il cibo migliore, tuttavia, siffatto orientamento si scontra, in tempi di crisi, con la necessità di molte famiglie, in conseguenza della perdita di gran parte del loro potere di acquisto, di ridurre le spese, privilegiando il risparmio e abbassando il livello qualitativo della propria alimentazione.

Un’indagine campionaria svolta da Eurispes, nel periodo tra dicembre 2016 e gennaio 2017, sui comportamenti degli italiani in ambito alimentare ha rivelato che la maggioranza degli intervistati predilige i prodotti alimentari made in Italy (74%), percepiti come maggiore garanzia di qualità e sicurezza, ma anche preferiti per gusto ed impatto sul benessere. L’80,4% preferisce i prodotti di stagione, che di solito garantiscono maggiore freschezza.

Dimostrando attenzione nei confronti del prodotto e della sua origine, risulta alta anche la quota di chi controlla l’etichetta e la provenienza degli alimenti (75,4%). Il 61,2% del campione non sceglie i prodotti più economici indipendentemente dalla loro provenienza, a fronte di un non trascurabile 38,8% per cui il risparmio rappresenta il primo criterio di scelta. La netta maggioranza degli intervistati (59,3%) privilegia i prodotti a km zero. Oltre la metà del campione (53,1) acquista spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc. Più bassa, invece, la percentuale (39,4) di chi acquista con frequenza biologici. Ciò dipende, almeno in una certa misura, dal costo sostenuto di questi prodotti. Il 66% evita di acquistare prodotti alimentari di marche che non conosce, a conferma del fatto che il marchio rappresenta ancora per moltissimi una garanzia di sicurezza e di qualità.

L’indagine, infine, ha certificato che la maggioranza degli italiani (62%) evita di comperare prodotti nei negozietti etnici, solitamente gestiti da stranieri e che praticano prezzi piuttosto bassi, a fronte di una qualità spesso scadente.

In conclusione, la maggioranza degli italiani sceglie prevalentemente prodotti italiani e tipici della nostra tradizione, aiutandosi negli acquisti con le etichette e le marche conosciute. Non tutti possono permettersi prodotti di eccellenza (con marchio certificato o biologici) o sono abituati a cercarli, ma si tratta di una fetta importante della popolazione.

6 – fine

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