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Mercoledì, 03 Lug 2024

Capitolo terzo della vicenda ITAtech, il secondo lo abbiamo pubblicato la settimana scorsa.

L’Italia è stata eliminata dai Mondiali di calcio, il problema vero forse è la mancanza di un vivaio. Milano ha perso, al sorteggio (pare con una moneta da un euro), lo spareggio con Amsterdam per ospitare l’EMA (European Medicines Agency). Ecco, anche per il Trasferimento Tecnologico abbiamo bisogno del nostro vivaio e di (più) di un euro.

Pensare che la nostra CDP – Cassa Depositi e Presiti – stia anche solo valutando l’ipotesi di appaltare il Tech Transfer della ricerca scientifica italiana a investitori non italiani (si veda anche l’articolo de IlSole24Ore dello scorso 18 novembre) è avvilente. Neanche noi crediamo in noi stessi!

Riprendiamo un punto chiave di tutta la vicenda. Il Ministro dell’Economia Padoan è stato chiamato lo scorso 25 ottobre a rispondere ad un’interrogazione parlamentare sul caso ITAtech (qui il video integrale del question time andato in onda in diretta su Rai 2). Ebbene, questo un passaggio fondamentale della non-risposta di Padoan: “È riconosciuto a CDP un diritto di obiezione sulle proposte di investimento in caso si ravvisi l'insorgere di rischi reputazionali da parte di CDP, conflitti d'interesse per CDP o per il FEI o qualora la proposta di investimento dovesse presentare un ritorno finanziario non in linea con il rendimento minimo considerato accettabile da parte di CDP.”

Insomma, la nostra CDP ha affidato 100 milioni di euro di soldi pubblici al FEI – Fondo Europeo per gli Investimenti (fondo pubblico controllato dalla Commissione Europea via Banca Europea degli Investimenti. Insomma, sempre di nostri soldi si parla…) e si è ritagliata solo alcuni minimi “diritti di obiezione” sulle decisioni di investimento per il nostro Trasferimento Tecnologico. Insomma, potevamo giocarcela meglio almeno agli Europei ...

Ciò detto, anche con la fragilità negoziale della CDP, ci siamo riservati l’”obiezione” in caso di “rischi reputazionali” e “conflitti di interesse”. Sembravamo disarmati e invece leggiamo con stupore su Panorama.it  che: “… A quanto pare si tratta infatti del fondo francese Sofinnova (molto conosciuto nel settore), che ha già attinto in passato a risorse pubbliche italiane senza poi orientare nulla, o quasi, alle start up del nostro paese e che in Italia ha un’unica collaborazione con la Fondazione Telethon (nel cui consiglio di amministrazione siede, fra gli altri, l’amministratore delegato di CDP, dott. Fabio Gallia).”

Forse solo in Italia due più due non fa sempre quattro; però:

1) se, “a quanto pare”, questo fondo di Parigi, Sofinnova ha una sola collaborazione in Italia con un ente caritatevole noto per fare ricerca su malattie genetiche rare e famosa per la maratona televisiva, dove chiede agli italiani, e non ai francesi, un sms per donare 2€;

2) visto che nel Consiglio di Amministrazione di Telethon siede effettivamente il dott. Fabio Gallia, anche deus ex machina di CDP, come risulta dallo stesso sito della charity,

allora abbiamo la fortuna (e altri la sfortuna) di trovarci proprio di fronte ad un “conflitto di interesse” e evidentemente ad un “rischio reputazionale”. Bravo Padoan!

In attesa di avere riposta da Sofinnova alle quattro domande di cui al capitolo secondo del Caso ITAtech, qui una semplice domanda alla CDP: attiverà il “diritto di obiezione” per “conflitti di interesse” e per “rischio reputazionale” nei confronti del FEI per bloccare, a nord delle Alpi, i francesi, anche se il conflitto (il conflitto nel conflitto!) riguarda proprio lo stesso Amministratore Delegato di CDP?

Attendiamo fiduciosi. Attendiamo fiduciosi di vedere destinati investimenti per il nostro vivaio del Trasferimento Tecnologico, per i nostri scienziati e per i nostri ricercatori.

Magari, nella ricerca scientifica, rimaniamo nel giro dei Campioni del Mondo. Non possiamo perdere su tutto!

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