Il 16 novembre scorso, l’Osservatorio sulla corruzione nella Pubblica Amministrazione ha diffuso il Rapporto 2022 sulla corruzione nella Pubblica Amministrazione, redatto a cura di Franco Mostacci, ricercatore statistico, analista economico e giornalista pubblicista.
Il Rapporto, il settimo realizzato dall’Osservatorio, scaturisce dal monitoraggio delle Relazioni annuali 2022, redatte dai Responsabili per la prevenzione della corruzione e la trasparenza di 539 enti pubblici in rappresentanza di oltre i 2/3 dei pubblici dipendenti.
I dati elaborati per il Rapporto e le relative tavole di sintesi sono resi liberamente accessibili per chiunque voglia riutilizzarli.
Nel 2022, l’84% delle Amministrazioni ha dichiarato di non aver rilevato alcun evento corruttivo; solo il 5% riscontra anomalìe nell’acquisizione e progressione del personale (concorsi) e un altro 5% nell’affidamento di lavori, servizi e forniture (appalti).
L’81% delle amministrazioni pubbliche non ha ricevuto nessuna segnalazione, con una prevalenza tra quelle che non garantiscono l’anonimato del denunciante. Si conferma, quindi, che la mancanza di tutela della riservatezza rappresenta un disincentivo per il potenziale whistleblower.
Nel campione osservato, il monitoraggio ha evidenziato 6.341 procedimenti disciplinari per violazioni del codice di comportamento (circa 2,4 ogni mille dipendenti) e 648 per fatti penalmente rilevanti.
Tra gli eventi corruttivi il reato più diffuso è l’atto contrario ai doveri di ufficio, ma sono frequenti anche i casi di peculato, corruzione per l’esercizio della funzione, concussione e turbata libertà degli incanti.
Il quadro generale che emerge dall’analisi delle Relazioni annuali – si legge nel Rapporto – non mostra segnali di miglioramento nel corso degli anni. Ciò impone a tutti gli attori in gioco, di non abbassare la guardia nell’adozione di misure di prevenzione e repressione della corruzione nella pubblica amministrazione, per combattere questa piaga che limita le potenzialità di sviluppo dell’economia, la libera concorrenza tra le imprese fornitrici e la possibilità per i cittadini di usufruire di servizi pubblici efficienti.