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Sabato, 13 Dic 2025

Il 21 febbraio scorso, il Senato della Repubblica ha approvato un disegno di legge per cancellare i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni.

Con fretta inusuale, approfittando della sempre più diffusa distrazione della “grande” stampa e dell’opinione pubblica, il provvedimento è stato approvato in tempi a dir poco ristretti, prima in commissione e poi in aula, dove sono stati respinti tutti gli emendamenti che tentavano di mitigare gli effetti più nefasti del disegno di legge in esame. 

Il provvedimento è ora all’esame della Camera dove arriverà presumibilmente a maggio prossimo, dopo aver ottenuto disco verde dalle commissioni Esteri e Difesa, riunte in seduta comune.

La legge 185/1990 sull’export di armi, che ora si vuole depotenziare col pretesto della rapidità nelle operazioni militari e della sburocratizzazione, ad oggi pone l’Italia all’avanguardia, con una forte attenzione verso il rispetto delle convenzioni internazionali, soprattutto per quanto riguarda le vendite di armamenti a Paesi in conflitto o che violano i diritti umani, e impone alle banche di rendere noti al Parlamento i finanziamenti e i servizi che rendono tali operazioni possibili. 

Per impedire lo svuotamento della Legge 185, un coordinamento composto da Gruppo Banca Etica, Rete Pace e Disarmo e Libera contro le Mafie, insieme ad altre organizzazioni della società civile, tra cui molte realtà socie di riferimento di Banca Etica, chiedono di mobilitarsi per dire no all’approvazione definitiva delle modifiche che cancellerebbero ogni forma di trasparenza e di controllo da parte del Parlamento, dei cittadini e dei risparmiatori sugli affari delle industrie belliche e delle banche che le affiancano.

Per fermare gli affari che alimentano guerre e insicurezze, ad ognuno di noi è offerta la possibilità di sottoscrivere una petizione popolare lanciata da "Rete Pace Disarmo”, per evitare che vengano neutralizzati, di fatto, gli effetti della Legge 185/90 e per chiedere un maggiore controllo sull’export di armi italiane.

Anche Usi-Ricerca (Sindacato nazionale lavoratori della Ricerca), editore del nostro giornale, ha aderito alla mobilitazione “Basta favori ai mercanti d’armi!”.

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