Ipazia, matematica, astronoma e filosofa, fu brutalmente assassinata ad Alessandria d’Egitto l’8 marzo 415 d.C. da un gruppo di fanatici cristiani guidati dal clero locale, su impulso del vescovo Cirillo, poi proclamato santo.
La sua morte, avvenuta con estrema violenza, fu il risultato di invidia, giochi di potere e fanatismo religioso, ma anche del pregiudizio verso una donna di grande cultura e autorevolezza.
Figura di spicco del platonismo, Ipazia fu una delle ultime grandi scienziate dell’antichità e a capo della scuola alessandrina, dove insegnava filosofia e scienze con un approccio sperimentale.
Tra le sue invenzioni si annoverano l’astrolabio piano, l’idroscopio e l’aerometro. I suoi scritti sono andati perduti a causa della distruzione della biblioteca di Alessandria, ma il suo pensiero è noto grazie alle testimonianze di allievi e storici.
Il suo insegnamento, improntato alla libertà di pensiero e alla divulgazione del sapere, la rese un bersaglio per il fondamentalismo cristiano, che temeva la sua influenza.
Il suo assassinio segnò simbolicamente la fine del paganesimo e della grande tradizione scientifica alessandrina, il cui patrimonio sarebbe rimasto sepolto fino alla nascita della scienza moderna.
La vicenda di Ipazia rappresenta un monito ancora attuale contro i dogmi e le ideologie che soffocano la conoscenza, la libertà di pensiero e i diritti delle donne.
8 MARZO 2025
Oggi le donne scioperano per la pace e per difendere i valori di libertà di cui Ipazia era portatrice, minacciati dai recenti eventi bellici e dai rigurgiti della cultura patriarcale.
Immagine: “Ipazia. Verso il cielo” (in basso). La pittrice Vittoria Chierici ha dedicato a Ipazia un quadro che è anche un vestito. Il dipinto, che scende fino a terra lasciando intravedere la stoffa grezza, fa immaginare la filosofa che, “gettandosi addosso un mantello e uscendo in mezzo alla città, spiega pubblicamente a chiunque voglia ascoltarla le opere di qualsiasi filosofo”, come scrive Morris Kline, in "Storia del pensiero matematico" (1999).
L’artista, ispirata dall’Ipazia della Scuola di Atene di Raffaello, l’ha ritratta da terra "verso il cielo". Una fiamma bianca in movimento che riverbera nei colori che si aggrovigliano.
L’opera è stata esposta nel 2018 alla "Libreria delle donne" di Milano. Ne ha coperto tutta la vetrina spingendo a guardare da terra “verso il cielo”, come sempre succede con la pittura.
Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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