Ha preso il via “Trasparenza nelle università”, la campagna di Riparte il futuro per incoraggiare e difendere chi segnala ogni sorta di malaffare che possa consumarsi dentro le università.
Si tratta di una campagna importante, che conta diversi promotori, tra i quali Libera e Gruppo Abele, il Forum nazionale dei giovani, Cittadinanzattiva, Unione degli studenti, Rete della conoscenza, Centro iniziativa democratica insegnanti, Movimento studenti di azione cattolica, Federazione universitaria cattolici italiani.
Ma, oltre che importante in sé, tale campagna è quanto mai opportuna, dato che, com’è noto, negli ultimi anni il malcostume accademico ha riempito pagine e pagine di carta stampata nonché ore e ore di informazione televisiva, anche se tante inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno poi sortito risultati e avuto conseguenze largamente al di sotto delle aspettative che avevano suscitato.
Un tempo si diceva: oportet ut scandala eveniant. Ma si sa che a venire a galla è sempre molto meno di quel che dovrebbe o di quel che, a torto o a ragione, si vocifera.
Ma è proprio questo il punto, cioè assicurare che circostanze delittuose e supposti colpevoli possano emergere e giungere all’attenzione delle autorità preposte a verificare eventuali responsabilità.
E’ appunto su questo aspetto che insiste Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera, che chiama tutti «a rompere il muro del silenzio, della complicità e dell’omertà».
Egli sottolinea che quando, attraverso «clientelismi, corruzione, baronato e raccomandazioni», qualcuno «nel mondo dell’istruzione approfitta del suo ruolo per guadagnare un vantaggio personale distrugge molto più di quello che pensa», ossia «la fiducia nel sistema pubblico che è alla base del nostro domani».
Per sostenere questo programma si è mobilitato, in pratica, tutto il mondo dell’associazionismo giovanile, con l’obiettivo di cambiare l’università attraverso una rivoluzione della mentalità di chi ci lavora, tradizionalmente poco incline a denunciare il malaffare.
Per Riparte il futuro è essenziale che chi denuncia episodi di illegalità sia adeguatamente protetto, sicché chiede a tutti i rettori degli atenei, in Italia ben 66, di impegnarsi a incoraggiare le segnalazioni di pratiche illegali, identificando nello stesso tempo efficaci forme di protezione per il denunciante
Vedremo ora in quanti saranno a rompere il muro del silenzio, “suonando il fischietto” introdotto dalla legge anticorruzione del 2012.
Quella di Riparte il futuro resta, comunque, un’iniziativa lodevole, da non relegare, con il consueto scetticismo, tra le utopie del nostro tempo.