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Giovedì, 04 Lug 2024

altIn altri interventi sul Foglietto ho richiamato il valore della diversità come fattore di arricchimento, sia all'interno delle Università e strutture di ricerca che nella società civile in generale.

Nell'editoriale del 25 novembre scorso, per enfatizzare l'importanza di questo concetto richiamavo le posizioni lungimiranti espresse nel 237 a.C. dal Consigliere di Corte Li Si, al servizio dell'Imperatore Qin Shihuangdi (il primo Imperatore di una Cina unificata e pacificata, dal cui nome deriva il nome Cina).

Ebbene questo messaggio, vecchio di 24 secoli, fa fatica a passare nella società civile, con posizioni xenofobe contro lo "straniero" che toglie il lavoro ad indigeni e via discorrendo. Tutto ciò, a livello politico non desta grande sorpresa e meraviglia, perché sono posizioni di retroguardia, fortunatamente minoritarie, che comunque portano consenso politico.

La cosa più sorprendente, nella mia visione, è che posizioni culturali di retroguardia di questo tipo - anche se di stampo diverso - si riscontrano all'interno della massima espressione culturale di un Paese: l'Università. Mi riferisco in particolare alle posizioni di chiusura e di restringimento di orizzonti culturali, che vengono assunti a difesa di specifiche discipline, nel nome di presunti interessi della platea studentesca.

In verità, si tratta solo di interessi corporativi dei Docenti. Il caso più palese di una posizione culturale errata e interessata è, per esempio, quella della piccola comunità delle Scienze della Terra, che ha ritenuto di salvaguardare le proprie specificità chiedendo addirittura un disegno di legge ad hoc per permettere, in deroga ai regolamenti esistenti, che si possa consentire la costituzione di Dipartimenti di Scienze della Terra, atipici per quanto riguarda il numero minimo di afferenti richiesti per legge.

Nella sostanza, gli scienziati della Terra, paventando che i "geologi" potessero scomparire come professione, hanno invocato questa deroga come rimedio per il rischio che avrebbe corso la categoria. Penso che si tratti di una visione del tutto errata, perché i Geologi per non correre il rischio di "scomparire" avrebbero dovuto "remare" nella direzione opposta, vale a dire avrebbero dovuto lavorare per allargare la base culturale dei potenziali interessati a studiare le Scienze della Terra. E questo lo si può ottenere solo allargandosi alla multidisciplinarietà, a partire dalla Laurea Triennale (che in verità dovrebbe tornare alla quadriennalità), per poi dedicarsi alle specializzazioni nel percorso della Laurea Magistrale e Dottorato. Questo è quello che si fa in tutto il mondo avanzato.

Sulla falsariga di questo, si sarebbe dovuto lavorare per costituire dei Dipartimenti di Scienze, includenti quindi Geologi, Biologi, Fisici, Chimici e altri; né più né meno di quello che si fa da decenni nelle Università americane, dove si conferisce il Bachelor of Science (nostra Laurea Triennale). Poi a livello di Master avviene la vera formazione professionale (2 anni), che continua poi con il PhD (Dottorato, da 4 anni in su).

Ma senza guardare troppo all'estero, è anche quello che si è sempre fatto, e con ottimi risultati, ad Ingegneria, in Italia, con un biennio comune di base a tutte le varie branche della stessa Facoltà.

Per Scienze, si dovrebbe fare la stessa cosa. Ma non si farà, sostanzialmente per la difesa corporativa di micro-interessi dei Docenti, e non certo perché sta realmente a cuore la formazione degli Studenti. Spero che questo diventi chiaro, prima o poi, a qualcuno nelle segrete stanze del Miur, per far sì che finalmente ci sia una Riforma dell'Università che faccia tabula rasa dei piccoli interessi di parte, per salvaguardare quelli del Paese.

Perché ciò avvenga, però, occorre essere liberi dal potere e dalla sudditanza, e all'altezza, in un mondo sempre più globalizzato, degli scenari mondiali, sapendo cogliere l'essenziale di quanto gli altri non sanno vedere (vale a dire quello che sosteneva Li Si, circa 24 secoli fa).

Bisogna, in buona sostanza, avere la potenza della visione olistica … tenendo fuori dal processo riformativo proprio la gran parte dei Professori Universitari.

*Professore Ordinario in Geochimica Ambientale presso l'Università di Napoli Federico II e Adjunct prof. presso Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA

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