di Rocco Tritto
Come se non bastasse la politica governativa, che da sempre - con stanziamenti irrisori - considera la Ricerca la cenerentola della pubblica amministrazione, ci sono altre politiche che debilitano ancor più quello che dovrebbe essere un settore d’eccellenza per ogni comunità.
La storia raccontata questa settimana da Paolo Vita nel “Fatto centrale” dovrebbe stimolare e far riflettere tutti coloro che si battono per la difesa della Ricerca pubblica.
La Fondazione Monasterio, creatura di diritto privato, messa al mondo da uno scellerato patto tra Cnr e Regione Toscana, ha praticamente cancellato l’attività di ricerca che fino alla fine del 2007 l’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa svolgeva con notevole successo.
Circa cinquanta dipendenti, nella gran parte scienziati, da tre anni si dedicano ad attività medico-diagnostiche, che però nessun vantaggio portano alla Ricerca.
A trarne vantaggio è solo la Fondazione che, a fronte delle prestazioni rese da detto personale, incassa rimborsi dalla Regione Toscana.
C’è da chiedersi perché codesti dipendenti vengano retribuiti dal Cnr e non dalla Fondazione, che dalle loro prestazioni ne trae vantaggio.
Come pure c’è da chiedersi in base a quale norma di legge tale operazione - che si protrae da tre anni - sia possibile. Infine, c’è anche da chiedersi chi formalmente ha autorizzato i medesimi lavoratori a timbrare tutte le mattine il cartellino presso il Cnr e a recarsi presso le strutture della Fondazione per effettuare prestazioni sanitarie per le quali la medesima Fondazione, e non il Cnr, ottiene rimborsi dalla Regione Toscana.
Domande alle quali qualcuno, forse, dovrebbe dare qualche risposta.