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Mercoledì, 03 Lug 2024

Blue Valentine, di Derek Cianfrance, con Ryan Gosling, Michelle Williams, Mike Vogel, John Doman, Maryann Plunkett, durata 114’, distribuito nelle sale da Movie Inspired dal 14 febbraio 2013

di Luca Marchetti

Non bisogna farsi ingannare né dalla data di uscita del film (il giorno di San Valentino) né dalla pubblicità fuorviante, ma comprensibile, che gli sta facendo il distributore.

Blue Valentine non è assolutamente la classica storia d’amore che potrebbe sembrare. Il lungometraggio diretto da Derek Cianfrance, finalmente nelle nostre sale dopo quasi tre anni dal suo debutto negli Stati Uniti, è, infatti, una disincantata riflessione sul topos cinematografico de“ La storia d’amore”.

Sono stati diversi gli autori che, specie nel cinema indipendente, hanno provato a raccontare quello che succede dopo il climax del bacio finale e il “vissero felici e contenti”. Come già fatto nel delizioso e più leggero 500 giorni insieme di Marc Webb, dove un malinconico Joseph Gordon Levitt ritornava sopra la propria relazione finita con Zooey Deschanel, Blue Valentine vuole rivolgere lo sguardo a tutte le controindicazioni dell’“Amore Cinematografico”. Cianfrance, infatti, rompe il simulacro favolistico in cui sono rinchiuse le love-story nei film e, come se stesse dirigendo una sorta di documentario dei sentimenti, si avvicina incredibilmente alla realtà quotidiana come pochi altri suoi colleghi coetanei (l’unico altro esempio recente che viene in mente è il doloroso Like Crazy del giovanissimo Drake Doremus).

Il regista, dunque, con un montaggio intelligente e realizzato alla perfezione, compie continui salti temporali per raccontare, nello stesso tempo, la costruzione e la distruzione dell’amore dei due protagonisti. Abbiamo cosi, in pochi minuti, flash dei primi incontri e degli ultimi scontri di queste due anime sofferenti, che vediamo sia prese da una passione folle e sia disgustate da tutte le delusioni e sconfitte che la vita ha dato a loro.

Il regista, poi, pur rimanendo sempre fedele alla sua linea programmatica, dimostra anche una grande sensibilità, intuibile subito dalla citazione nel titolo della bellissima canzone di Tom Waits. Cianfrance, infatti, non ha uno sguardo socio-pedagogico verso i suoi personaggi, come se fossero delle cavie da esaminare, anzi si pone al loro fianco sia nel dolore sia nella felicità, portando il film su alte vette emotive, il cui culmine è lo straziante montaggio finale alternato sulle note della colonna sonora del gruppo indipendente Grizzly Bear.

Grande importanza per la riuscita, anche emotiva, del film la hanno, soprattutto, i due magnifici attori protagonisti. Michelle Williams, nominata all’Oscar nel 2011 per questo ruolo, e Ryan Gosling, nonostante il loro chiaro status di star hollywoodiane, hanno una tale capacità di immergersi nel quotidiano dei loro personaggi e di spogliarsi di qualsiasi presunzione divistica che sembrano entrambi usciti da un film di Cassavetes.

I due attori sono convincenti e credibili in tutte e due le timeline, riuscendo a essere tanto adorabili e luminosi come giovani innamorati (meravigliosa la scena del balletto improvvisato per strada) quanto stanchi e depressi nel loro sfinito rapporto da sposati.

Interpretazioni di questo livello non devono essere delle sorprese poiché stiamo parlando di due degli attori più dotati della loro generazione (i paragoni alle performance giovanili di Robert De Niro e Meryl Streep non sono certo fuori luogo).

In conclusione, non si può che consigliare vivamente la visione di questo piccolo capolavoro, consapevoli, però, di quello che si sta andando a vedere.

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