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Mercoledì, 03 Lug 2024

L’utilità dell’inutile. Manifesto. Con un saggio di Abrahm Flexner di Nuccio Ordine, editore Bompiani, Milano, pp.262, euro 9

Recensione di Roberto Tomei

Con un paradosso, che ritiene solo apparente, un mio amico sostiene che il buon lettore sa quali sono i libri che non deve leggere. Forse così è troppo, però è certo che, mentre ci sono libri che non riescono proprio a destare il benché minimo interesse, ce ne sono altri irresistibilmente attraenti.

Certo bisogna indovinare il titolo, che per il libro che qui si presenta è proprio azzeccato, ma soprattutto occorre centrare l’argomento.

Per uno come me, cresciuto a latino e greco, storia e filosofia, Nuccio Ordine non poteva fare di meglio. Ormai da svariati anni, quasi da ogni parte si leva il diuturno e sempre rinnovato attacco al sapere senza ricadute pratiche, quello che nella communis opinio non porta a nessun risultato concreto, quindi non serve a niente.

Finalmente c’è uno che non ne può più e passa al contrattacco, dimostrando una volta per tutte che è vero proprio l’esatto contrario.

Nuccio Ordine difende l’utilità dell’inutile appoggiandosi a un’ampia raccolta di testi di autori antichi e moderni, dandoci notizia che Leopardi aveva addirittura progettato una” Enciclopedia delle cose inutili”.

Il senso di questa raccolta è esemplarmente chiarito dall’autore là dove dice che “le pagine che seguono non hanno alcuna pretesa di formare un testo organico. Riflettono la frammentarietà che le ha ispirate. Perciò anche il sottotitolo- Manifesto- potrebbe sembrare sproporzionato e ambizioso se non fosse giustificato dallo spirito militante che ha costantemente animato questo mio lavoro. Ho voluto solo raccogliere, all’interno di un contenitore aperto, citazioni e pensieri collezionati in tanti anni di insegnamento e di ricerca”.

Non è vero, poi, che il sapere inutile sia privo di ricadute sul progresso, meglio sullo sviluppo, della civiltà, come ben spiega Flexner nel saggio che completa il volume, citando due casi esemplari: Marconi non avrebbe potuto inventare la radio senza le equazioni teoriche di Maxwell relative al campo elettromagnetico; senza gli esperimenti di Ehrlich che si divertiva a colorare i batteri mai sarebbe potuta nascere la batteriologia. Sono solo due esempi, ma altri se ne potrebbero aggiungere.

Per me, tutto quello che dice Ordine è soltanto una conferma di quello che ho sempre pensato. Spero solo che riesca a convincere coloro (sempre troppi)  che non la pensano come noi.

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