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Mercoledì, 03 Lug 2024

Il popolo e gli dei. Così la grande crisi ha separato gli italiani, di Giuseppe De Rita –Antonio Galdo, editore Laterza, Roma-Bari, 2014, pp.104, euro 14.

Recensione di Roberto Tomei

Giuseppe De Rita, fondatore e presidente del Censis, e Antonio Galdo, giornalista e scrittore, collaborano ormai da quasi dieci anni nel tentativo di farci comprendere la realtà in cui viviamo, fornendocene periodicamente analisi acute e approfondite.

Dopo Intervista sulla borghesia del 1997 e L’eclissi della borghesia del 2012, quella che qui si presenta è l’ultima fatica dei due autori, nella quale ci spiegano le cause che sono all’origine della distanza, ormai una vera e propria divaricazione, venutasi a creare tra il popolo e l’élite.

Alla base dell’abisso esistente tra i diversi gironi della nostra (ma probabilmente non solo della nostra) società c’è senz’altro l’infuriare di oscuri poteri finanziari, magari coperti da impunità e invischiati in vergognosi conflitti di interesse, rispetto ai quali coloro che vivono la loro esistenza in una dimensione locale non hanno alcun strumento per difendersi.

Questo quadro si è poi decisamente aggravato in quest’ultimo decennio, allorché, da un lato, l’Europa ci ha sottratto quote crescenti di sovranità, mentre, dall’altro, una sciagurata legge elettorale, il famigerato Porcellum, ha ulteriormente ampliato la distanza tra i cittadini e i loro rappresentanti, confermatasi anche da ultimo nei ballottaggi per le ultime elezioni amministrative, in cui non è andata a votare oltre la metà degli aventi diritto.

Nonostante tutto, gli autori del brillante volumetto non sono pessimisti e vedono motivi di fiducia e speranza, soprattutto nella straordinaria vitalità delle piccole e medie imprese, in cui cominciano ad avere un ruolo tutt’altro che marginale anche gli immigrati, erroneamente ancora visti come mera forza lavoro. Per gli autori, conclusivamente, è ancora possibile”far ripartire un nuovo ciclo di sana crescita economica e di una più equa distribuzione della ricchezza”

E’ chiaro che ci vogliono, come avvenuto in passato, classi dirigenti all’altezza di accompagnare il paese in questo nuovo processo di sviluppo. Non bastano certo personaggi autoreferenziali, che cercano, peraltro senza sempre riuscirci, di suscitare emozioni attraverso il circuito dei talk show televisivi.

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