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Mercoledì, 03 Lug 2024

Teoria del camminare di Honoré de Balzac, Elliot edizioni, Roma, 2014, pp.89, euro 9.

Recensione di Roberto Tomei

Nella vasta produzione di Honoré de Balzac - che culmina nella Comédie humaine, opera sterminata che ha influenzato generazioni di scrittori, da Maupassant a Moravia – c’è stato spazio anche per questa Teoria del camminare, saggio nel quale lo scrittore si improvvisa antropologo, incuriosito da quel moto senza luogo che è rappresentato dal camminare degli uomini, un argomento sorprendentemente mai trattato da altri, dato che, come egli stesso rileva,, da quando l’uomo ha iniziato a camminare “nessuno si è chiesto perché cammina, come lo fa, se potrebbe forse farlo meglio, cosa avviene mentre passeggia e se non esiste un modo per impostare, modificare e studiare la sua andatura”.

Mettendo insieme le osservazioni raccolte sul boulevard de Gand, luogo eletto a laboratorio delle sue riflessioni, Balzac giunge fino a esprimere ben 12 aforismi, in stretta concatenazione tra loro.

Partendo dal presupposto di quanta ricchezza di linguaggio sia possibile rinvenire in quei gesti di volontà inconsapevole che danno corpo alla camminata, Balzac sostiene che essa è la fisionomia del corpo, identica in tutto e per tutto allo sguardo, alla voce e al respiro delle persone. Ogni cosa in noi partecipa, infatti, al movimento, ma questo non deve predominare da nessuna parte, dato che “ogni movimento affrettato tradisce un vizio o una cattiva educazione”, mentre “il movimento lento è essenzialmente maestoso”.

Un uomo che si muove in maniera eccessiva, per Balzac è come un gran chiacchierone e tutti lo evitano. Per raggiungere la felicità, insomma, “è necessario occupare poco spazio e muoversi il meno possibile”.

Al di là di tutte queste considerazioni, resta il fatto che “tanti sono gli uomini, altrettante le camminate” e che è veramente difficile trovarne di aggraziate e naturali. Questa la sconsolata conclusione cui perviene Balzac, che ne ha esaminate ben 254 e mezzo. Calcolando come mezzo un signore senza gambe. Veramente difficile trovare un osservatore più attento di lui. E più paziente.

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