Cake, di Daniel Barnz, con Jennifer Aniston, Anna Kendrick, Britt Robertson, Sam Worthington, Adriana Barraza, Chris Messina, William H. Macy, Felicity Huffman, durata 92’, nelle sale dal 7 maggio 2015, distribuito da Warner Bros Italia.
Dopo un incidente che le ha cambiato la vita, Claire è una donna dall’esistenza segnata dal dolore. Con il corpo e il volto deturpato dalle cicatrici e una lenta predisposizione a intraprendere una strada diretta all’autodistruzione da dipendenze e isolamento, la donna sembra destinata alla fine. Solo la vicinanza disincanta di Silvana, la sua colf messicana rimastagli accanto per senso del dovere, e l’incontro con un giovane vedovo, spingeranno Claire verso la speranza, cercando di dare un senso alla sofferenza che prova.
Circondato da qualche attenzione durante la scorsa stagione dei premi (si parlò addirittura di una possibile nomination all’Oscar), il nuovo film del regista di teen-movie Daniel Barnz (sua l’ultima rivisitazione giovanilistica della Bella e la Bestia, Beastly), scritto dall’esordiente Patrick Tobin, deve molte delle sue fortune alla performance totalizzante della ritrovata Jennifer Aniston.
Attrice quanto mai sottovalutata, l’Aniston ha visto la sua carriera legata indissolubilmente (e tristemente, aggiungiamo noi) a molti fattori che ne hanno rallentato la corsa. Abbinata a forza al suo storico ruolo di Rachel della serie Friends, al matrimonio naufragato con Brad Pitt e a svilenti parti in commedie dimenticabili, l’attrice californiana ha dovuto aspettare anni per trovare una pellicola capace di mettere in mostra il suo solido talento.
Cake, infatti, pur non brillando per una storia originale e muovendosi con prevedibilità nei territori conosciuti del racconto di elaborazione di un lutto (canovaccio già toccato con maggiore convinzione nel sottovaluto Rabbit Hole, con Nicole Kidman), trova la sua ragione di essere nel costruirsi totalmente intorno la performance della protagonista.
Tecnicamente all’altezza, ma senza strafare, e con un cast di nomi di livello pronti a duettare e giocare con la nostra eroina, il film di Barnz permette a Jennifer Aniston di uscire lentamente dai legami rigidi della storia per creare un’interpretazione sincera, forte come poche altre. Consapevole di avere per le mani un film fatto su misura per lei, l’attrice mette tutta se stessa, regalando a Claire una credibilità e un’imprevedibilità che poche altre attrici le avrebbero potuto dare.
Aiutata, come abbiamo detto, da una serie di attori pronti a metterla a proprio agio (dalla lanciatissima Anna Kendrick alla sempre misurata Adriana Barrazza, passando per la coppia di talenti William H. Macy-Felicity Huffman), la Aniston regala al proprio pubblico una grande e schietta prova, restituendo un grande favore al film, salvato dalla mediocrità del prevedibilmente accettabile.
*critico cinematografico