Con sentenza n. 31712/2024, pubblicata il 10 dicembre scorso, la Corte di Cassazione – sezione Lavoro – nel rigettare il ricorso proposto da un’azienda avverso la decisione della Corte d’Appello di Milano n. 495/2020, ha ribadito il proprio orientamento consolidato in materia di retribuzione spettante per prestazione effettuata dai lavoratori dipendenti nella giornata di domenica.
Per i giudici della Suprema Corte, infatti, contrariamente a quanto sostenuto dalla parte ricorrente, già soccombente sia dinanzi al Tribunale che in grado di appello,“il lavoro prestato nella giornata di domenica, anche nell’ipotesi di differimento del riposo settimanale in un giorno diverso, deve essere in ogni caso compensato con un quid pluris che, ove non previsto dalla contrattazione collettiva, può essere determinato dal giudice …”.
Nel caso oggetto del contenzioso, il Tribunale aveva condannato il datore di lavoro al pagamento delle somme specificatamente indicate per ciascun dipendente a titolo di maggiorazione del 30% della paga ordinaria giornaliera, per compensare “i sacrifici incidenti sulla serie di interessi umani e familiari compromessi dal lavoro domenicale…”.
Tale motivazione, come dianzi evidenziato, ha ottenuto disco verde nei due successivi gradi di giudizio attivati dalla parte datoriale, che si è dovuta far carico anche delle spese di giudizio.
Rocco Tritto
giornalista pubblicista