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Giovedì, 25 Apr 2024

petrolio basilicataDopo i terremoti emiliani del 2012 fu detto che la reiniezione di fluidi connessa alle estrazioni petrolifere avrebbe potuto essere stata causa delle due scosse, di magnitudo 6 circa, con un numero considerevole di vittime e un vasto quadro di danneggiamento.


Questa "coraggiosa" affermazione è di un gruppo di "esperti", membri di una commissione denominata con l'acronimo ICHESE costituita dalla Regione Emilia Romagna e dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per stabilire quali erano le "vere cause" dei terremoti emiliani.

All'attività di ICHESE parteciparono anche i principali enti di ricerca del settore, come emerge da comunicati stampa del MISE. La documentazione dei contributi degli enti non è però disponibile.

Il coordinatore del settore sismico della Commissione Grandi Rischi seguì i lavori di ICHESE come osservatore interno.

Venne insomma messo assieme un coacervo di "intelligenze e competenze" che non accettava o non poteva accettare l'dea che i terremoti emiliani potessero avere le stesse cause di tutti i terremoti del Pianeta, ormai ben descritte dalla universalmente accettata Teoria della Tettonica a Placche.

La cosa desta curiosità e sospetti perché la sismicità emiliana, benché non particolarmente violenta e frequente come in altre zone di Italia e del mondo, è abbastanza nota da studi storici svolti per tanti anni dalla comunità scientifica.
Va subito ricordato che anche l'ENI aveva costituito, in maniera riservata, una propria commissione costituita da un gruppo di prestigiosi sismologi statunitensi, sempre con lo scopo, credo, di stabilire le cause dei sismi del 2012. I risultati della Commissione ENI verranno fuori solo alla fine di questa strana e per certi versi inquietante vicenda.

Comunque, all'ENI evidentemente si sospettava che i fenomeni sismici emiliani potessero avere una spiegazione diversa da quella naturale o che la questione potesse divenire scottante. E all'ENI lavorano manager e tecnici di altissimo livello.

È da osservare che la ICHESE è costituita da "esperti" rispettabilissimi ma, a differenza dei sismologi della commissione ENI, non sembra abbiano conseguito nella loro carriera risultati scientifici rilevanti nell'ambito della fisica e del chimica del meccanismo dei terremoti, discipline chiaramente necessarie per discettare sulle cause dei sismi.

Inoltre, per completezza di informazione, va ricordato che due prestigiosi sismologi inizialmente nominati in ICHESE si dimisero per "ragioni personali" e furono rapidamente sostituiti agli inizi dei lavori della commissione. Non è dato sapere da cosa discendevano le ragioni dei sospetti che avevano portato l'ENI a prendere la decisione di costituire riservatamente una propria commissione di indagine e forse non lo sapremo mai. In ogni caso, la commissione ENI avrà un ruolo fondamentale per la "soluzione politica" di tutta la storia: a un certo punto, ricordiamolo, si rischiò addirittura di azzerare tutta l'industria petrolifera nazionale!

Ma torniamo ad ICHESE e al suo coacervo di "intelligenze" che, a conclusione dei suoi lavori, consegnò un rapporto ai suoi committenti.

Il fatto che il rapporto, a mio avviso praticamente illeggibile, proponesse come possibile causa dei terremoti l'attività di estrazione petrolifera, fu considerato sconvolgente, al punto che l'"importante risultato" fu secretato, forse per aver il tempo necessario per capire come gestire la situazione.

Il segreto non durò molto perché un giornalista inglese, in maniera mai chiarita, ne venne reso edotto e ne scrisse su una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo: Science.

Effettivamente, la possibilità che estrarre il petrolio potesse portare a terremoti era una cosa di interesse generale e molto "curiosa". La notizia fu dirompente: tutti i media ne parlarono e si diffuse grande apprensione nei confronti delle attività estrattive. Vennero anche indicati i pozzi in località Cavone come i generatori della sequenza sismica emiliana dopo un "accurato sopralluogo" eseguito dall'osservatore interno dell'ICHESE.

Questo mi è stato riferito dal titolare della GASPLUS da cui dipendono i pozzi "incriminati".

Insomma, un "esperto" ufficiale identifica il Cavone, luogo di modeste estrazioni petrolifere, come un mostro sismogenetico infernale! In barba al principio fondamentale delle Scienze e delle Tecnologie: la conservazione dell'energia!  
Senza nessun senso del ridicolo e con un'evidente propensione per le storie fantasy.

In un primo momento, grande fu la gioia di aver trovato il colpevole di vittime e distruzioni con una conseguente assoluzione di possibili gravi manchevolezze da parte dei responsabili politici e tecnici della sicurezza.

Ci si rese però subito conto che stando così le cose tutta l'attività estrattiva italiana andava bloccata. Bisognava correre ai ripari. Cosa tutt'altro che facile dopo aver introdotto concetti come il terremoto di innesco, la sismicità indotta che a sua volta induce ulteriore sismicità ...

Si cominciò seriamente a temere che le operazioni petrolifere potevano aggiungere quel quid in più allo stato di instabilità della zona facendo anticipare il terremoto di anni, di decenni o addirittura secoli. La cosa è tutt'altro che scientificamente consolidata ma dava un po' di notorietà a "studiosi" che per anni avevano sostenuto queste ridicolaggini senza mai essere stati presi sul serio. Ricordiamo che le due scosse più forti avvennero il 20 e il 29 maggio, molto ravvicinate nel tempo ad una distanza di una ventina di chilometri l'una dall'altra.

Lo stesso giorno dell'uscita dell'articolo di Science fui intervistato sull'argomento dal Corriere della Sera. Dichiarai che le conclusioni  di ICHESE e dei suoi consulenti erano assurde, per un motivo di brutale buonsenso: la scossa del 20 maggio si era verificata a venti chilometri circa dal Cavone, in prossimità del quale si verificò la seconda nove giorni dopo, il che rendeva poco realistica tutta la storia. Se il Cavone fosse stato la causa, la prima scossa doveva essere la più vicina non la più lontana. Di più: la conoscenza della meccanica dei continui e della moderna sismologia avrebbe potuto far escludere considerazioni tanto aberranti.

Allo stato attuale dei fatti per le nostre autorità ministeriali e tecniche le attività connesse alle estrazioni petrolifere ufficialmente possono contribuire a generare terremoti di magnitudo 6: non esiste una smentita formalmente espressa al riguardo. C'è, infatti, chi ritiene con certezza che l'immissione di fluidi, a qualunque profondità avvenga, faccia liberare l'energia elastica di deformazione che vi si era immagazzinata nei secoli e che appunto la zona aspettava l'ultima goccia per "far traboccare il vaso".

Che si trattasse di una convinzione vera e propria è dimostrato inconfutabilmente dal fatto che Ministero ed enti statali provvidero a costituire un gruppo di lavoro che in poco tempo produsse un documento, poi ufficializzato, che indicava le operazioni da fare e le precauzioni da prendere obbligatoriamente per controllare la sismicità indotta. Il che dimostra che effettivamente esiste una sentita preoccupazione in sedi ministeriali che forti terremoti possono esser provocati nel quadro delle attività svolte per le estrazioni petrolifere. Il documento fu addirittura definito dagli stessi autori il più avanzato al mondo.

Restava quindi da risolvere il problema della sicurezza per tutte le attività estrattive nazionali. Problema che chiaramente confliggeva con l'energico piano "SbloccaItalia" della Presidenza del Consiglio. Grande fu probabilmente lo sconcerto dello stesso Ministero, che con tanta baldanza aveva inventato l'ICHESE, a gestire la difficoltà nel dover far continuare le estrazioni petrolifere in altri luoghi del Paese più redditizi in termini di petrolio ma anche estremamente più sismici dell'Emilia. Bisognava allora sdrammatizzare l'impatto delle conclusioni dell'ICHESE stessa, senza smentirla.

ICHESE è una commissione ministeriale-regionale, i cui risultati sembrano essere stati utili per sviare responsabilità gravissime verso direzioni che escludessero politici e tecnici, sui quali gravava l’onere di garantire la sicurezza prima, durante e, soprattutto, dopo la prima scossa.

Ecco allora che arrivano i Nostri!

È a questo momento che dal cappello dell'ENI viene fuori il gruppo dei sismologi made in USA, che riportano le cose nella loro giusta dimensione. Con brillanti quanto ovvie argomentazioni i consulenti ENI esclusero che il Cavone potesse aver generato l'attività sismica del 2012 nella Bassa emiliana.

A priori, gli scienziati americani sono sempre considerati bravissimi e credibilissimi e, quindi, i vertici politici e gli "esperti" nostrani poterono tirare un sospiro di sollievo.

Senza smentire ICHESE, recepiscono le considerazioni americane e cercano di concludere la vicenda ignorando poco elegantemente che gli esperti americani sono pagati dall'ENI, che certamente ha interessi non indifferenti nell'evoluzione della questione. Tuttavia siamo abituati alle situazioni di "controllori controllati".

Tutto sembra risolto.

"Purtroppo" qualcuno troppo furbo suggerisce che argomentazioni brillanti ma sempre teoriche non possono da sole stabilire verità tanto delicate. È necessaria la prova sperimentale! Vennero allora iniettati fluidi al Cavone e misurati gli effetti. Non successe niente, come è noto e come era ovvio.

Grande entusiasmo specialmente in Regione per questo risultato: ICHESE, chi l'aveva voluto, le estrazioni petrolifere e la faccia di tante persone erano salve! Addirittura si arrivò a dire che l'esperimento era l'attività di un laboratorio, denominato senza fantasia Cavone, all'avanguardia nel mondo. Soprattutto, unico!

Nessuno sembra aver abbastanza senso del ridicolo per capire che in tutto questo l'unica cosa all'avanguardia nel mondo è l'ignoranza e il pressappochismo. L'esperimento nel laboratorio "all'avanguardia nel mondo" è invece il passo falso di tutta la vicenda, che annulla la credibilità di tutto quanto.

Ragioniamo.

Secondo ICHESE e i suoi sodali, l'immissione di fluidi al Cavone connessa alle estrazioni petrolifere avrebbe costituito il grilletto per scatenare i due terremoti di magnitudo 6. Cosa assolutamente da smentire ma senza smentire la stessa ICHESE.

Terremoti di quell'entità richiedono tempi dell'ordine di decenni se non di secoli, per far caricare di energia di deformazione le zone che poi saranno sede di scosse. È evidente che l'esperimento è stato fatto in una zona scarica dopo i due sismi del maggio del 2012: bisognerebbe aspettare un centinaio d'anni o più per poter considerare l'esperimento valido. Questo è senz'altro ben noto ai sismologi americani ma, giustamente, operando da consulenti si saranno limitati ad eseguire correttamente quanto gli veniva richiesto.

Inoltre, se si vuol capire e sperimentare che piccole scosse sono generate da immissione di fluidi nelle rocce crostali, basta andare a Larderello, sede del più grande impianto al mondo di energia geotermica dove le reiniezioni sono continue, lì da decenni si osservano e si misurano sistematicamente senza problemi.

Gli esperimenti effettuati al Cavone, forse pensati utili alla comunicazione per far dimenticare precedenti affermazioni tragiche, non hanno alcun valore per gli scopi che si prefiggevano e ad un'osservazione attenta sono dei veri e propri autogol.

È come aver dimostrato che una pistola non può aver ucciso perché non provoca ferita alcuna dopo aver tolto tutti i proiettili dal caricatore. I colpi in canna nella Bassa Emiliana erano stati sparati nel 2012! Altri colpi in canna non ci sono.

Insomma la prova sperimentale non ha senso e non dimostra alcunché se non una certa confusione in coloro che hanno gestito questa operazione.

Che il rapporto dei sismologi americani, pagati dall'ENI, non potesse essere formalmente accettato per un macroscopico evidente conflitto di interessi indusse un dirigente del MISE a chiederne la validazione al massimo ente italiano di ricerca in Sismologia: l'INGV. È da notare però che lo stesso INGV si è limitato a dichiarare che le argomentazioni teoriche degli americani erano corrette ma non ha validato i risultati sperimentali. Insomma l'INGV non ha validato un bel niente a meno di uscire dal metodo galileiano: cioè considerare inutile la prova sperimentale rispetto a considerazioni teoriche. Ne consegue logicamente che l'INGV o considera l'esperimento privo di senso per i motivi qui detti o addirittura sbagliato.

Resta il fatto che non esiste nessuna validazione di risultati proposti da esperti, senz'altro corretti ma pagati dall'ENI. Manca, insomma, un giudizio veramente terzo. Di ufficiale abbiamo solo il rapporto dell'ICHESE, che nelle sue attività si avvalse anche dell'INGV.

Malgrado questa confusione "scientifica", si è ritenuto di non interrompere le attività di estrazione nel resto del Paese, il che implica logicamente inaffidabilità di ICHESE e di tutta una serie di "esperti", che andrebbero rimossi dai loro incarichi per manifesta incompetenza.

Ma ICHESE chiaramente non può essere smentita e gli "esperti" non vengono sostituiti forse perché potrebbero raccontare fatti non troppo edificanti. Così facendo si sono anche forniti molti validissimi argomenti a coloro che giustamente non vogliono che nel proprio territorio vengano sviluppate attività di estrazione petrolifera. Un'operazione tutta in perdita ... per non dir peggio!

Si abbia nel futuro almeno il buongusto di non definire gli oppositori retrogradi e ignoranti, perché è del tutto evidente che l'ignoranza risiede altrove ....

Mi è anche noto che alcuni dei sei sismologi USA hanno trovato tutto questo non solo lucroso ma anche molto divertente.

L'aspetto più grottesco della vicenda è il trionfalismo di alcuni personaggi della Regione, che hanno parlato del Cavone come del laboratorio più avanzato e unico al mondo. C'è da dire, per comprendere certe eccessive esternazioni, che più o meno nello stesso periodo vennero evidenziati scandali vergognosi che tutti, in Regione, cercavano di far dimenticare ...

Si dovrebbe, comunque, arrivare a capire che se al mondo nessuno fa certe cose è perché potrebbero essere banalmente inutili, se non addirittura semplici sciocchezze.

Ma perché tutta questa valanga di assurdità tecniche e gestionali?

Ho già scritto varie volte sul Foglietto che si sono trovate complementari due necessità, una politica e l'altra "scientifica". Quella politica è di aver sempre descritto l'Emilia come la Regione meglio organizzata e con la miglior protezione civile d'Italia: con le scosse del 2012, sono apparsi in tutta evidenza l’impreparazione e il mancato rispetto delle norme antisismiche, anche in edifici recenti come i capannoni industriali, dove infatti si è verificato il maggior numero di vittime.

Quella "scientifica" perché gli "esperti" della sezione sismica della Commissione Grandi Rischi non hanno invitato, dopo la prima scossa, la Protezione Civile a prendere provvedimenti per evitare che la popolazione restasse dentro edifici instabili.

Le scosse sismiche in Italia, è ben noto, avvengono spesso a coppie e grande cautela deve essere osservata dopo una scossa forte. Una prassi seguita dopo l'esperienza della sequenza sismica friulana del 1976. Gravissima e ingiustificata una simile dimenticanza che penso abbia poi messo in difficoltà persone corrette.

Purtroppo in Emilia, senza le dovute indicazioni, dopo la scossa del 20 maggio, le attività ripresero normalmente come se niente fosse successo e, con la scossa del mattino del 29, si ebbero numerose vittime fra persone che stavano lavorando.

Quando poi il fenomeno della sismicità emiliana era evidentemente concluso, almeno agli occhi di chi ha la necessaria esperienza e non di esperti improvvisati, i vertici della Grandi Rischi convinsero il Presidente Mario Monti, l'8 giugno, a lanciare per Ferrara un allarme sismico addirittura in diretta televisiva. Forse speravano così di farsi perdonare e far dimenticare la colpevole e gravissima mancanza che aveva determinato numerose vittime. Fortunatamente per gli abitanti del ferrarese, non ci furono ulteriori scosse. Emerse in tutta evidenza la scarsa competenza degli "esperti"!

Inoltre, l'intervento del Presidente Monti, in quel momento massimo potere esecutivo di un Pese del mondo occidentale molto sviluppato, è da ascrivere come uno dei momenti più ridicoli della storia repubblicana.

La convinzione che le estrazioni petrolifere, malgrado tutti i "contorcimenti" mentali per far dimenticare ICHESE, possano indurre terremoti venne poi ridicolmente, forse inconsapevolmente, conclamata dallo stesso Ministero, che decise di costituire un'ulteriore commissione con il compito di stabilire come si affronta il problema dell'iniezione di fluidi connessa alle estrazioni petrolifere, per tener conto di eventuali scosse. Se un Ministero ritiene di prendere un'iniziativa simile vuol dire che seriamente sospetta che le estrazioni petrolifere possano provocare terremoti.

Si dirà che a questa decisione i politici sono arrivati su pressanti e "argomentate" indicazioni di "esperti". Ma gli "esperti" se li sono scelti loro e tutta la grottesca saga di ICHESE poteva se non altro indurre qualche sospetto sul loro livello di competenza.

Non si può non notare che l'ENI, la massima industria italiana, gestita indubbiamente da manager di alto livello, gli esperti di sismologia se li va a cercare in USA. Una volta questo non succedeva o, se fosse successo, qualcuno avrebbe fatto giuste e motivate rimostranze.

Tuttavia, resta un problema: perché, visto l'atteggiamento del Ministero, in zone altamente sismiche come, per esempio, la Basilicata non si interrompono immediatamente le attività di estrazione?

Alcuni degli attori di questa ridicola vicenda da anni vanno preconizzando imminenti forti scosse nell'Italia meridionale.

È dimostrato con studi ineccepibili che in Val d’Agri si iniettano fluidi in prossimità di una faglia attiva. Tutte cose che non possono e non devono essere dimenticate, a meno che non si osservi banalmente che coloro che hanno lanciato questi allarmi e sostenuto la necessità di studi della cosiddetta sismicità indotta sono solo grilli parlanti in cerca di notorietà e di soddisfazioni economiche.

Va detto che tutte queste "avventure" sono state gestite da un gruppo ristretto di persone, sempre le stesse, con interessi certamente non scientifici ma molto vari e molto intrecciati, che nel prosieguo delle attività del Foglietto intendo analizzare con cura.

Non può comunque sfuggire all'attenzione che sono coinvolti consulenti di Assicurazioni, produttori di strumenti di basso livello tecnologico, gestori di strutture organizzative con scopi non chiarissimi, funzionari pubblici, docenti universitari improduttivi ....

Mi è stato detto che recentemente in Basilicata è stato condotto un esperimento "tipo Cavone", per verificare se la zona considerata può generare terremoti. L'esperimento è durato poche ore. Forse sarebbe bene informare gli "esperti" che, affinché un esperimento del genere abbia senso, l'iniezione di fluidi dovrebbe durare mesi se non anni. I processi geodinamici sono lenti, molto lenti.

Mi auguro che l'informazione che mi è giunta sia errata o imprecisa ...

Forse non si ritiene che i cittadini che hanno la sfortuna di vivere in zone sismiche ma ricche di petrolio abbiano diritto alla stesso livello di sicurezza degli altri italiani? A domande come quella, risposte ragionevoli finora non esistono.

Come si spiega che non è mai giunta una risposta alla domanda semplicissima ripetuta più volte dal Foglietto: "Perché dopo la scossa del 20 maggio 2012 gli ‘esperti’ non dissero con forza che un'altra della stessa entità era altamente probabile"?

Eppure sostengono di disporre di algoritmi prodigiosi per fare questo tipo di considerazioni, anche se nel caso emiliano era sufficiente una sia pur minima conoscenza della sismicità italiana. Si sarebbero così salvate numerose vite umane!

Perché si cerca di ignorare in tutti i modi possibili questo problema?

Perché coloro che hanno determinato questa pessima situazione non sono stati tempestivamente rimossi dai loro incarichi. Incarichi che attengono alla nostra sicurezza nazionale e che richiedono persone con comprovate competenze e notevole senso di responsabilità.

Sono assolutamente da escludere da simili incarichi coloro che apertamente approfittano delle loro posizioni per dedicarsi a lucrose attività.

Torneremo sempre su questi argomenti nell'anno di attività che oggi inizia. Ci dedicheremo anche alla telenovela della scelta del sito per il Deposito delle scorie nucleari: in pratica mensilmente viene rinviata la presentazione della mappa dei possibili siti, per ragioni misteriose, malgrado la campagna pubblicitaria dal costo di 3,2 milioni di euro, che propaganda addirittura la "trasparenza" dell'operazione.

Post Scriptum
Le minacce, che sono ricominciate insieme a vergognose lettere anonime, hanno solo l'effetto di incattivirmi. Autori di minacce e lettere anonime: avete bisogno di uno bravo! Curatevi!

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