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Sabato, 20 Apr 2024

Dopo aver atteso per trent’anni una nuova sede, i lavoratori dell’Area della Ricerca del Cnr di Catania non ci stanno a trasferirsi in zona industriale e così da settembre scorso per due volte – l’8 settembre 2016 e il 17 maggio 2017 – la Rsu ha scritto al presidente Inguscio.

La Rsu, con la nota di settembre scorso, ha rappresentato al n. 1 di piazzale Aldo Moro che per il personale la soluzione logisticamente ottimale sarebbe “un’area limitrofa alla Cittadella Universitaria, Policlinico, Ospedali e altre strutture site nell’area urbana, con le quali esistono già rapporti di collaborazione attivi” in modo da garantire “i requisiti minimi ma necessari per continuare ad effettuare il loro lavoro di ricerca in maniera efficace e visibile”.

Soluzione, però, che non coinciderebbe con quelle che potrebbero essere le scelte dell’Amministrazione e che emergerebbero, secondo la Rsu, dalla lettura del “verbale n.307 della seduta del CdA del CNR del 20 luglio scorso (2016, ndr) ove si indica l’area della zona industriale di Catania come sito per l’acquisto dell’immobile”.

Una zona – scrivono i rappresentanti dei lavoratori – che “non garantisce il prosieguo dello scambio, favorito dalle convenzioni già in atto, in termini di risorse umane e know how con l’Università di Catania, il Policlinico e l’INFN-LNS, con i vantaggi dati dalla contiguità delle sedi, così come attualmente in essere”.

La Rsu ad abundantiam aggiunge che “la zona industriale è gravata da particolari criticità, in quanto disagiata logisticamente, nei servizi, nei mezzi pubblici e per la sua allocazione marginale, nella sicurezza delle persone e delle cose” e che “Tali avverse caratteristiche verrebbero ad incidere negativamente sull’attività di ricerca, di formazione e in generale sulla visibilità del CNR di Catania”.

Con la seconda lettera, di alcune settimane fa, la Rsu ha ribadito le medesime perplessità già espresse mesi addietro, che sarebbero state manifestate anche dai Consigli dei diversi Istituti interessati alla questione, ed ha indicato nell’ex Istituto scolastico Leonardo da Vinci una valida alternativa alla possibile zona industriale.

Ma i lavoratori dell’area della ricerca di Catania, che dal vertice dell'ente non avrebbero ricevuto alcuna riposta alle loro missive, rischiano davvero di finire in zona industriale o si tratta di una ipotesi fantasiosa?

A quanto risulta al Foglietto, allo stato delle cose, qualora l’ente di piazzale Aldo Moro decidesse di abbandonare l'Area di via Gaifami, dove ora sono ubicati gli Istituti interessati all'eventuale trasloco, e di trasferirli altrove, la nuova sede sembra avere buone probabilità di essere individuata nella paventata zona industriale.

Questo emergerebbe dalle risultanze del verbale finale della commissione istituita a seguito della pubblicazione sulla stampa nazionale (Sole 24 Ore e Giornale di Sicilia), avvenuta il 17 agosto 2016, di un avviso per l’acquisto di un immobile nella città di Catania, da adibire a nuova sede dell’Area della Ricerca.

La predetta commissione, composta da 5 membri (tre interni all’ente e due esterni), avrebbe valutato 5 offerte, raccomandando all’amministrazione di avviare eventuali trattative soltanto con due, ritenute idonee a soddisfare le esigenze dell’ente, delle quali una proprio in zona industriale.

Staremo a vedere, quando lo scottante argomento farà la sua ricomparsa in cda, su quale dei due immobili indicati cadrà la scelta.

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