Giornale on-line fondato nel 2004

Giovedì, 05 Dic 2024

Mileva Marić (1875-1948) e Albert Einstein si erano conosciuti e innamorati al Politecnico di Zurigo dove frequentarono insieme la Facoltà di fisica.

Si sposarono nel 1903, dopo la morte del padre di Einstein, che li aveva sempre osteggiati.

Con il matrimonio la loro collaborazione divenne ancora più intensa e prima del 1905, nel periodo più felice della loro vita coniugale, nacquero le opere fondamentali sulla teoria della relatività ristretta, lo studio con cui Einstein mise in discussione i fondamenti della meccanica classica.

Dal matrimonio nacquero due figli, Hans Albert e Eduard, un bimbo di salute assai cagionevole. Mileva ebbe sempre meno tempo per il lavoro scientifico.

Seguì il marito quando fu chiamato all'Università di Praga, ma nel 1914, quando Einstein divenne direttore presso l'Istituto di fisica Kaiser Wilhelm a Berlino, ritornò con i bambini a Zurigo dove dovette affrontare seri problemi economici.

Nel frattempo, era stata esclusa completamente dalla sua vita scientifica e scriveva amareggiata: "Il mio grande Albert è diventato un fisico famoso, molto rispettato e ammirato nel mondo scientifico. Lavora instancabilmente ai suoi problemi e si può dire che viva soltanto per essi."

Si estraniarono sempre più e si separarono nel 1919, quando Albert sposò la cugina Elsa.

Nel frattempo Eduard si era ammalato di schizofrenia e Mileva restò sola a occuparsi di lui, assistendolo durante le sue crisi che col tempo si fecero sempre più gravi.

La discussione circa l'apporto dato da Mileva allo sviluppo della teoria della relatività venne avviata nel 1982 dalla sua biografa, Desanka Trbuhovic-Gjuric, le cui ricerche portarono alla luce una serie di indizi che proverebbero la partecipazione decisiva di Mileva Maric al lavoro di Einstein.

Nel 1901, Albert scriveva: "Come sarò felice e orgoglioso quando avremo terminato con successo il nostro lavoro sul moto relativo! Quando osservo le altre persone, apprezzo sempre più le tue qualità!". E nel 1903: "Ho bisogno di mia moglie. Lei risolve tutti i miei problemi matematici."

Mileva, dal canto suo aveva rinunciato a citare il proprio cognome nelle pubblicazioni del marito, non lo riteneva necessario: "io e Albert siamo entrambi una sola pietra" (ein stein)", diceva agli amici.

Per questo suo amore fusionale è uscita per sempre dalla storia della scienza.

Nell’immagine in alto, “Mileva e Albert”, un’opera di Rosy Sapienza.

Per saperne di più: Sara Sesti e Liliana Moro, "Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", pagg. 250, Ledizioni, Milano 2020.

Ne parlerò il 2 febbraio, alle ore 18, nell’incontro online con Elefteria Morosini.

Diretta su https://www.facebook.com/circolotematicopddonmilani/

Sara Sesti
Matematica, ricercatrice su " Donne e scienza", collabora con l'Università delle donne di Milano
facebook.com/sara.sesti13

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
empty alt

Data center, idrovore energetiche in crescita costante

Gli apostoli della società (e dell’economia) digitale, quelli che ci almanaccano continuamente su...
empty alt

Malattia di Parkinson, non tutti i pazienti sono uguali

Una recente pubblicazione internazionale mette in luce una innovativa ricerca scientifica frutto...
empty alt

Il patriarcato, in crisi e indebolito, non è affatto sconfitto

Oggi molte donne ricoprono ruoli di potere: guidano imprese, governano nazioni e lo fanno con...
empty alt

L’ Europa è nelle mani dei redditieri

Adesso che gli economisti del Fondo monetario inernazionale (Fmi) ci fanno notare per l’ennesima volta...
empty alt

“Non dirmi che hai paura”, film di forte impatto emotivo

Non dirmi che hai paura, regia di Yasemin Samdereli, tratto dal romanzo di Giuseppe Catozzella...
empty alt

Stretto di Taiwan, effetti deflagranti in caso di crisi

Poiché di questi tempi non ci facciamo mancare le occasioni di preoccupazione, tanto vale...
Back To Top