Grazie ad un protocollo d’intesa sottoscritto il 14 giugno scorso dal presidente dell’Osservatorio Dieta Mediterranea, Vito Amendolara, e dalla Direzione scolastica regionale per la Campania, guidata da Luisa Franzese, dal prossimo anno scolastico in alcune scuole del primo ciclo (elementari e medie) della Campania, tra le materie di studio entrerà a far parte, in via sperimentale, l’Educazione Nutrizionale e Ambientale.
L’obiettivo dei soggetti proponenti è quello “di far diventare il progetto strutturale e portante per la formazione dei giovani nella scuola della Campania: responsabilizzare i ragazzi verso ‘l’educazione nutrizionale e ambientale’ per acquisire consapevolezza nell’approccio al cibo, nella conoscenza del territorio e guadagnare salute”.
L’iniziativa educativa interesserà due quartieri della periferia di Napoli e Caserta ed insegnerà ai bambini e ai ragazzi come nutrirsi, a partire dalla conoscenza del territorio in cui si vive e apprendendo sul campo con le fattorie didattiche l’origine dei prodotti.
“L’educazione nutrizionale ed ambientale dovrà accompagnare in maniera strutturale l’intero arco della vita”, dice Franzese. “Non c’è dubbio – ribadisce Amendolara – che tale tipo di approccio deve divenire trainante per le future generazioni, evitando progettualità estemporanee che acuiscono sempre più i danni provocati da una cattiva nutrizione”.
L’Osservatorio Dieta Mediterranea e l’UNI/ISO supporteranno le scuole che svilupperanno la progettualità, riconoscendone l’impegno profuso nell’insegnare ai ragazzi i valori, i principi e il modello alimentare sanciti nel riconoscimento Unesco.
“La Dieta Mediterranea – conclude Amendolara – è considerata come modello alimentare migliore al mondo e proprio in Campania tuttavia c’è bisogno di applicarla fino in fondo insieme con l’attività motoria: è la regione più giovane d’Italia e quella che soffre di più per l’alto tasso di sovrappeso e obesità giovanile (gli ultimi dati attestano che il 25,4% dei bambini fra gli otto e nove anni e in sovrappeso e il 18,8% obeso, a fronte di una media nazionale rispettivamente del 20,4 % e del 9,4%) siamo ai primi posti in Italia e in Europa. Se non si inverte questa tendenza continueremo a costruire gli ammalati di domani”.