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Mercoledì, 24 Apr 2024

altIn Senato è stato approvato un emendamento al ddl sugli ecoreati, che introduce il divieto di esplosioni in mare per attività di ricerca e ispezione dei fondali. Esso recita: "Chiunque, per le attività di ricerca e di ispezione del fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi, utilizza la tecnica dell'air gun, o altre tecniche esplosive, è punito con la reclusione da uno a tre anni".

L'air gun è un dispositivo che spara aria compressa provocando la propagazione di onde meccaniche che consentono un'ecografia dei fondo marino, utile per la ricerca scientifica, mineraria e altro ancora. Ufficialmente si vuole impedire questa tecnica perché le "cannonate" costituirebbero un disturbo serio per cetacei, come i delfini e balene, estremamente sensibili ai rumori. Un intento apprezzabile e nobilissimo anche se in realtà si vogliano impedire ricerche di idrocarburi decisamente sgradite a buona parte della popolazione locale.

Gli Enti di Ricerca (Cnr, Ingv, Ispra, Infn, Stazione Zoologica, Ogs) che utilizzano queste tecniche hanno reagito con un documento di viva e vibrante indignazione.

Affermano con forza che vietare l’utilizzo dell’air gun "significa bloccare lo sviluppo delle conoscenze dell’interno della terra, impedire il riconoscimento delle faglie che generano terremoti e tsunami, e delle zone dove camere magmatiche stanno per esplodere".

Senza air gun siamo tutti in gravissimo pericolo e dovremmo tremare! Ma c'è di più: affermano anche che, bloccati gli air gun, siamo destinati all'oscurantismo nefasto per lo sviluppo delle conoscenza.

Da inorridire!

Gli Enti arrivano addirittura a lamentare che "la discussione che ha preceduto l'approvazione dell'emendamento in Senato è stata caratterizzata da numerose inesattezze scientifiche".

Inoltre risulterebbe incomprensibile il motivo per cui non sia stato loro chiesto alcun parere al riguardo.

Un vero oltraggio!

Affermazioni  forti, al limite della ribellione, che meritano e susciteranno risposte adeguate.

Poi però, inaspettatamente, l'atteggiamento si inverte. Preoccupati forse dal loro stesso ardire, diventano pacifici e propositivi e auspicano "che le procedure attualmente disponibili ed ulteriori pratiche di minimizzazione dell’impatto vengano adottate in modo rigoroso". Finché, in posizione ormai decisamente prona, arrivano a proporre la "ricerca di ulteriori misure di minimizzazione" ma con programmi di ricerca ben finanziati "volti a comprendere e ridurre l’effetto di queste tipologie di impatto sulla vita marina".

Quindi l'impatto sulla vita marina è un problema serio, visto che si vuol minimizzare!

Cancellato il momento di contestazione dura al Potere, i nostri eroi si dichiarano però "pronti ad impegnarsi al fianco del Governo e dei rappresentanti parlamentari per illustrare, spiegare e trovare una soluzione condivisa, sostenibile e scientificamente valida ...".

Non si può non notare la locuzione "scientificamente valida" ... forse alla bisogna sono anche in grado di trovare soluzioni valide ma ... non scientificamente.

Infine l'apoteosi: "il dibattito e il confronto con la comunità scientifica può porre l’Italia all’avanguardia nello studio e nell’applicazione di misure di mitigazione dell’impatto sull’ambiente marino delle attività industriali, di ricerca e militari tramite l'adozione di linee guida avanzate in considerazione della peculiare sensibilità ambientale del Mar Mediterraneo".

Anche militari!?!

Ma perché tanta poca considerazione verso questi eroi della Scienza da parte del mondo politico?

Si capisce se si ricordano tutti gli antefatti che dimostrano che una parte importante di coloro che adesso si lamentano sono esattamente quelli che hanno creato questa situazione assurda e ridicola.

Vediamo di ricordare i punti essenziali.

Nel maggio del 2012, l'Emilia viene colpita da due terremoti di magnitudo non particolarmente elevata, che provocano però un numero notevole di vittime e un danneggiamento molto diffuso di attività industriali e di abitazioni.

Una cosa simile non può accadere nella regione da sempre propagandata come la meglio amministrata in Italia, addirittura in Europa.

Bisogna allora sviare l'attenzione da una realtà evidente andando a cercare cause bizzarre delle due scosse che, nel caso specialissimo emiliano, non possono essere banalmente ricondotte alla Teoria della Tettonica a Placche, come avviene per tutto il globo terrestre, ma ricondotte possibilmente a coloro che invidiano la superiorità emiliana e che cercano di sminuirla.

Per questo viene costituita una commissione fatta da persone di "provata esperienza e affidabilità", che sarà indicata con l'acronimo ICHESE, ove la I iniziale sta per International, che fa più "distinto".

Questa ICHESE, forse ignorando la meccanica dei continui e la sismologia elementare o forse per altri scopi, conclude i suoi lavori affermando che non è possibile escludere che le estrazioni petrolifere effettuate in località Cavone non abbiano generato la scossa del 20 maggio di magnitudo 6, a ben 20 km di distanza!

Il rapporto ICHESE, con questa bella trovata, viene consegnato alla Presidenza della Regione, che ritiene di non divulgarlo subito. Viene però scoperto da un giornalista inglese, che ne scrive nella prestigiosa rivista Science. E scoppia il finimondo.

È del tutto evidente che ci troviamo di fronte ad una sciocchezza di proporzioni colossali, ma tutti gli Enti di Ricerca, oggi così coraggiosi in difesa dell'air gun, restano muti!

Anzi molti "esperti" sembrano condividere con entusiasmo la "geniale intuizione" ICHESE. Addirittura si introdussero allo scopo concetti come "terremoto di innesco" o "faglie prossime alla frattura" e altre bizzarrie prive di senso scientifico in quanto non misurabili.

Si è arrivati perfino ad affermare che la validità di un modello (cioè un insieme di considerazioni puramente teoriche) può essere stabilita senza verifica sperimentale: si ritorna a una situazione pregalileiana, pur di far contenti i Potenti!

A cascata, vengono poi costituite quattro o cinque ulteriori commissioni per "chiarire" quello che ICHESE aveva dichiarato senza forse capirlo appieno.

Formalmente non è stato chiarito assolutamente nulla, malgrado l'impegno di Ministeri vari.

Si può tuttora affermare che le operazioni connesse alle estrazioni petrolifere possono generare terremoti senza che vi sia una smentita ufficiale.

Nessuna questione di principio fu sollevata dagli Enti portatori di conoscenza di fronte alla possibilità che le estrazioni petrolifere generassero terremoti!

Nessuno si rese conto che la cosa avrebbe avuto ripercussioni per tutto il Paese.

Gli odierni strenui difensori della conoscenza scientifica, paladini del progresso e dell'air gun, nel frangente tacquero. Anzi suggerirono ed ottennero che si stabilissero linee guida per valutare, con tecniche e strumentazioni disponibili solo agli happy few, se estrazioni petrolifere possono o non possono esser fatte.

Il mio animo decisamente maligno mi induce a pensare che le verifiche del rispetto delle linee guida abbiano anche lo scopo di portare lucrosi incarichi a coloro che ne fossero particolarmente edotti.

Sto forse sostenendo che ci potremmo trovare in un'ennesima situazione di controllori-controllati? No, perché a pensar male "ci si prende" ma si commette peccato ... e io non voglio peccare!

Non si può però non osservare che ulteriori linee guida vengono proposte anche per usare gli air gun!

Insomma, per l'Emilia "civile e progredita" tante commissioni e tanta considerazione! Per le regioni meridionali, depositarie di tanti idrocarburi, nessuna commissione, nessuna considerazione e tanti air gun!

Usando le stesse considerazioni di alcuni "esperti" che si sono spesi in difesa di ICHESE sarebbe possibile mostrare che in Basilicata certe reiniezioni di fluidi vengono fatte in prossimità di pericolose faglie attive.

E allora come la metteremmo?

Al solito non si è tenuto conto del fatto che la gente non è stupida e può informarsi facilmente! E la gente infatti ha cominciato a chiedersi a gran voce: "Se in Emilia la ricerca e lo sfruttamento di risorse petrolifere provoca terremoti perché qui da noi, ove notoriamente i terremoti possono essere fortissimi, non si decide di abbandonare ogni velleità di sfruttamento? Gli Enti di Ricerca furono silenti in Emilia, perché qui da noi vogliono sguainare a tutti i costi i loro air gun? Siamo figli di nessuno?".

E, come sempre accade, il malessere e le proteste della gente inducono qualche forza politica a farsene carico. Di qui l'emendamento tanto odiato dagli airgunner.

Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso e non parli di oscurantismo scientifico!

Che poi per l'occasione siano diventate ambientaliste forze politiche notoriamente disinteressate all'ambiente conferma ulteriormente la confusione culturale in cui ci muoviamo.

Insomma, siamo in tutta evidenza un Paese ignorante, nel senso che chi dovrebbe decidere questioni tecniche di interesse generale non è in grado di individuare in maniera lungimirante problemi, necessità e relative soluzioni.

Tutto cambia o viene modificato a seconda della convenienza momentanea. Così non andremo da nessuna parte, malgrado l'ottimismo di chi ci governa. Una rottamazione seria e responsabile guardando solo all'interesse comune è ormai imprescindibile.

*Geofisico

 

 

 

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