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Martedì, 16 Apr 2024

altNon deve meravigliare, visto che sono fuori da tutto, che solo pochi giorni fa ho saputo che gli Onorevoli Serena Pellegrino e Filiberto Zaratti, entrambi di Sel, il 17 dicembre del 2014 hanno presentato un'interrogazione parlamentare, a risposta immediata in Commissione, sul problema della localizzazione del Deposito dei rifiuti nucleari.

I due Deputati si sono basati esplicitamente su un mio articolo pubblicato su Il Foglietto il 25 novembre del 2014. E apprezzo molto che si siano interessati a un problema tanto delicato: sembra che siamo in pochissimi a preoccuparcene!

Sono poi tornato sull'argomento il 17 e il 24 febbraio del 2015, sempre sul Foglietto, per ricordare la questione tutt'altro che banale della gestione dei 15.000 metri cubi ad alta e altissima intensità.

Il Deposito è previsto per rifiuti a bassa e media intensità ma, in "via provvisoria", dovrà ospitare anche quelli estremamente pericolosi perché nessuno è in grado di dire che sorte avranno.

Il 18 dicembre 2014 è stata pubblicata la risposta all'interrogazione dei due Deputati, che tra l'altro recita: "Ai fini dell'emanazione dei criteri, l'istituto (l'ISPRA, ndr) ha svolto una consultazione coinvolgendo CNR, ENEA, INGV, ISS, Istituto Geografico Militare per ricevere eventuali motivate proposte di modifica.
L'ISPRA ha ritenuto di sottoporre la Guida Tecnica anche ad un processo di revisione internazionale condotto da esperti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA).

Le osservazioni ricevute non hanno evidenziato punti di criticità in relazione ai criteri adottati in merito alla pericolosità sismica.

Va altresì evidenziato che il processo di localizzazione del deposito si svolge con modalità iterative, caratterizzate da livelli di approfondimento successivi e via via più dettagliati. Una volta individuate le aree potenzialmente idonee, sui siti che saranno selezionati sulla base delle dichiarazioni di interesse formulate dalle amministrazioni locali, saranno svolte indagini molto dettagliate per tutti gli aspetti geomorfologici, idrogeologici, antropologici e naturalistici.

Le aree preliminarmente individuate come potenzialmente idonee, ove confermate di interesse ai fini delle localizzazione del Deposito, verranno quindi sottoposte a specifiche indagini ed approfondimenti, su tutti gli aspetti di rilevanza evidenziati dai criteri, e pertanto anche dal punto di vista della pericolosità sismica.

È pertanto evidente, come anche indicato dagli interroganti, che nelle fasi del processo di localizzazione dovranno essere svolti studi di sismicità specifici ed approfonditi sui siti di interesse, nonché approfondite verifiche di resistenza sismica delle strutture del Deposito".
In particolare vorrei notare l'affermazione: "le osservazioni ricevute non hanno evidenziato punti di criticità in relazione ai criteri adottati in merito alla pericolosità sismica
".

È appunto questo il problema: non si riesce a capire quali criteri siano stati adottati e sulla base di quali ragionamenti. Dovrebbero esserci studi, rapporti sulla sismicità italiana, che non richiedono certo segretezza, anzi utilissimi in generale per la difesa dai terremoti. E quindi da diffondere.
Non si capisce, inoltre, perché su una questione così delicata si voglia mantenere in generale tanto riserbo: verrebbe da sospettare una vera e propria reticenza.

Ci è stato fatto sapere, da fonte di alto livello, che si tenevano frequenti riunioni per analizzare tutti gli aspetti del problema e delle sue complessità. Allora è lecito pensare che esistano verbali che potrebbero, anzi dovrebbero, essere resi disponibili per consentire di mostrare l'indubbio alto livello del lavoro svolto, se non altro per tranquillizzare le popolazioni sulla serietà del processo.

Non bisogna mai dimenticare infatti i 15.000 metri cubi di rifiuti altamente pericolosi che "provvisoriamente" verranno "appoggiati" nel Deposito. E che dovrebbero anzi preoccupare e molto.

Addirittura esperti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) hanno espresso un parere positivo, secondo quanto affermato nella risposta.
E allora ancora: dov'è la difficoltà a mostrare gli studi indubbiamente importanti e interessanti sulla questione sismologica, che è la più critica nella scelta del luogo per il Deposito?

È interessante notare che si afferma anche che "saranno svolte indagini molto dettagliate per tutti gli aspetti geomorfologici, idrogeologici, antropologici e naturalistici".

Solo dopo, alla fine, verranno svolte "specifiche indagini ed approfondimenti su .... e pertanto anche dal punto di vista della pericolosità sismica".
Non ho certamente le capacità degli esperti della prestigiosa AIEA e, forse, mi mancano conoscenze che, in questo contesto, solo pochi sembrerebbero avere. Ciononostante ho l'impressione, dovuta forse al mio cattivo carattere, che il modo di procedere sia fatto per ritardare il più possibile la scelta e la soluzione del problema.

I rifiuti nucleari resteranno ancora più a lungo dove si trovano ... in fondo ci stanno ormai da decenni e la patata bollente verrà trasmessa alla prossima "squadra decisionale": l'attuale potrà così sopravvivere ancora anni e anni senza ostacoli ... con tutti i vantaggi e poche seccature.

Resta, insisto, il problema dei 15.000 metri cubi di rifiuti molto pericolosi, attualmente in Francia e in Inghilterra per essere trattati, che cominceranno a tornare in Italia a partire dal 2018.

Dove verranno appoggiati "provvisoriamente" per poi essere sistemati, sempre "provvisoriamente", nel Deposito?

Ma sopratutto, visto il procedimento (certamente non speditivo) di scelta seguito, quando sarà ragionevolmente pronto questo Deposito?
Forse un po' di sano realismo e molta meno supponenza sarebbero utili.

Mi dispiace per la SOGIN, costretta a sopportare responsabilità che non le appartengono.

*Geofisico

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