di Biancamaria Gentili
“Lista che vince, lista che perde”. Sembra di essere a un mercato, con tanto di prestigiatore. Peccato che siamo invece al Cnr, dove nelle scorse settimane si è consumata l’annuale sagra dell’indennità di responsabilità.
Una sorta di kermesse finalizzata alla erogazione di qualche centinaio di euro a dipendenti con incarichi particolari, che dovrebbero essere documentalmente provati, ma che a volte vedono premiati soggetti poco, o per niente, meritevoli. Ma questo sarebbe il minimo.
Ciò che, invece, può risultare poco gradevole sono le modalità con le quali si addiviene alla individuazione dei beneficiari.
Eppure il regolamento parla chiaro e dovrebbe garantire la serietà dell’operazione e la erogazione dell’indennità a chi effettivamente ne ha titolo. Non sembra essere così in alcuni casi segnalatici da Carmine Salvatore, responsabile territoriale Usi/RdB a Napoli.
In un Istituto del capoluogo campano, l’Ibp, a Salvatore il direttore ha sottoposto una lista di sei nominativi che, ad avviso dello stesso direttore, erano in possesso dei prescritti requisiti per l’attribuzione della indennità.
Dello stesso avviso è stato il rappresentante Usi/RdB, per cui le parti hanno sottoscritto il relativo verbale da inviare alla sede centrale di Roma.
A seguire, il direttore ha avuto un incontro con le altre sigle sindacali, alla fine del quale il numero dei beneficiari è miracolosamente lievitato a otto.
Un vero miracolo, che secondo i soliti maligni è stato possibile grazie alla intercessione di qualche sigla sindacale.
Da notare che il direttore in questione non si è neppure degnato di riconvocare Usi/RdB per renderlo partecipe dei suoi mirabolanti poteri.
Non meno prodigiosa la performance del direttore dell’Issm, che in dispregio delle norme regolamentari, ha chiesto e ottenuto dalle sigle sindacali, Usi/RdB esclusa, il consenso per la erogazione dell’indennità a un suo ex dipendente, ora in forza a un Istituto di Bologna (dove la sua posizione avrebbe dovuto essere valutata). Ma non è finita.
Nella sezione napoletana dell’Istituto di studi giuridici internazionali, il responsabile prof. Giuseppe Cataldi era stato delegato a trattare con i sindacati dal prof. Sergio Marchisio, direttore dell’Istituto, con sede a Roma. Cataldi ha pensato bene di delegare, a sua volta, il dottor Natale Rampazzo.
Grave che all’Isgi abbiano dimenticato l’antico brocardo delegatus non potest delegare.
Ora si vedrà se queste “anomalie”, al pari di altre, avranno disco verde a piazzale Aldo Moro.