di Antonio Del Gatto
A distanza di più di un anno dal blocco dei rimborsi per spese mediche, cure ortodontiche, per l'utilizzo dei mezzi pubblici nonché per frequenza asili nido e scuole materne, per borse di studio e per l'acquisto di libri scolastici e universitari, riferiti ai figli dei dipendenti, l’Istat non sembra intenzionata a adottare i necessari provvedimenti per un ritorno alla normalità.
Dopo aver preso atto che la proposta di accordo non ha ottenuto il placet dei sindacati con una rappresentatività superiore al 50%, per le ragioni più volte denunciate dall’Usi-Ricerca, non ha dato immediata applicazione all’art. 40 co.3-ter del d.lgs. 165/2001, secondo il quale, “qualora non si raggiunga l'accordo per la stipulazione di un contratto collettivo integrativo, l'amministrazione interessata può provvedere, in via provvisoria, sulle materie oggetto del mancato accordo, fino alla successiva sottoscrizione".
Al contrario, si hanno notizie di consultazioni tra direttore generale reggente e direttore del personale, intenzionati a chiedere i rituali pareri, questa volta ai revisori dei conti.
Il solito balletto o, meglio, scaricabarile, che vede danneggiati centinaia di lavoratori, che da mesi attendono i rimborsi in busta paga.
Usi-Ricerca ha già dato mandato ai propri legali di mettere formalmente in mora l’amministrazione, con un apposito atto di diffida.