Redazione
La statistica nasce in Italia all'insegna del segreto, dato in cambio dell'obbligo di fornire le informazioni, cui nessuno può sottrarsi, se non vuole farsi appioppare una sanzione pecuniaria.
Tutto si può dire, dunque, tranne che all'Istat non sappiano maneggiare la quintessenza del segreto, cioè l'anonimato, se non altro perché, in caso contrario, non si troverebbe più nessuno disposto a dare le notizie che gli chiedono.
Lo "scambio virtuoso" tra obbligo e segreto, però, non avrebbe funzionato perfettamente proprio in una recente indagine sul benessere organizzativo, dato che gli "anonimi recalcitranti" sono stati letteralmente martellati di solleciti.
Poiché il dubbio è contagioso, a fugarlo è intervenuto un comunicato dell’amministrazione, in merito alla valutazione della performance, garantita anonima a prova di bomba, essendo stati "resi anonimi" ben tre passaggi.
L'importante è che in questo happening dell’anonimato ci sia qualcuno (anonimo!?!) che riesca ancora a capirci qualcosa.