di Alex Malaspina
Il 1° febbraio del 2011, l’Istituto nazionale di statistica ebbe a bandire una selezione pubblica nazionale per titoli ed esami, per la predisposizione di graduatorie regionali di personale (collaboratori tecnici) con il quale costituire, all’occorrenza, contratti di lavoro subordinati a tempo determinato.
Costituita la commissione a stretto giro, modificata la stessa per ben tre volte, accertato il possesso dei requisiti da parte dei candidati ed espletate tutte le prove previste dal bando, con deliberazione del 13 giugno 2012 l’ente presieduto da Enrico Giovannini approvava la graduatoria finale di merito della selezione, che vedeva utilmente collocati una novantina di aspiranti precari, tutti consci che, magari non in un sol colpo, ma almeno qualcuno alla spicciolata avrebbe, di lì a poco, cominciato a varcare la soglia del santuario delle statistiche italiane per sottoscrivere l’agognato contratto (a tempo determinato).
Macché, a distanza di oltre sette mesi, nessuno, ma proprio nessuno ha ricevuto uno straccio di convocazione, facendo sorgere il sospetto, in molti di loro, che si sia trattato di uno scherzo statistico, anche perché a una garbata e ossequiosa richiesta di chiarimenti, sottoscritta il 3 dicembre scorso da una quindicina di aspiranti, indirizzata al direttore generale dell’ente, Maria Carone, non c’è stato alcun riscontro.
Un comportamento che si appalesa censurabile, soprattutto per un ente che non perde occasione per rivendicare una politica di benessere per i lavoratori. Ma forse il silenzio è dipeso dal fatto che gli istanti non sono ancora lavoratori.