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Sabato, 06 Lug 2024

di Roberto Tomei

La legge n. 259 del 1958, relativa al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria,  parla chiaro quando all’articolo 4, comma 1, stabilisce che: ”Gli enti sottoposti alla disciplina della presente legge debbono far pervenire alla Corte dei conti i conti consuntivi ed i bilanci di esercizio col relativo conto dei profitti e delle perdite corredati dalle relazioni dei rispettivi organi amministrativi e di revisione, non oltre quindici giorni dalla loro approvazione e, in ogni caso, non oltre sei mesi e quindici giorni dalla chiusura dell'esercizio finanziario al quale si riferiscono”.

Al successivo articolo 7, è previsto, altresì, che “Non oltre i sei mesi successivi alla presentazione dei documenti di cui al primo comma dell'art. 4, la Corte dei conti comunica alla Presidenza del Senato della Repubblica e alla Presidenza della Camera dei deputati i documenti stessi e riferisce il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria”.

Tra le amministrazioni sottoposte al controllo della magistratura contabile vi sono anche gli enti pubblici di ricerca.

I referti della Corte dei conti, relativi ai singoli enti vigilati, sono disponibili – per ragioni di trasparenza – sul sito web della medesima Corte.

Il Foglietto, che solitamente riferisce ai propri lettori sulla attività della Corte in merito ai controlli su tali enti, ha voluto verificare se le predette prescrizioni normative, in ordine alle scadenze temporali previste, che sono chiaramente a carattere perentorio, vengano o meno rispettate.

Le sorprese non sono mancate dal momento che la tempistica, che il legislatore aveva imposto, sembra venga osservata quasi à la carte.

Davvero singolare è il caso dell’Ingv i cui risultati dal 1999 al 2010 (ultimo anno controllato dalla Corte) sono stati concentrati in sole due Relazioni anziché in dodici.

La prima delle due commassa ben nove annualità (dal 1999 a 2007), grosso modo il tempo in cui Ulisse dovette vagare per il Mediterraneo; la seconda ha interessato soltanto il triennio 2008-2010, così denotando un netto progresso, sicuro presagio di ulteriori miglioramenti.

Ma, continuando a navigare nel sito della Corte, pare che la pratica dell’accorpamento triennale non sia affatto infrequente, dal momento che ha interessato l’Istituto superiore di sanità (2006, 2007 e 2008, che è l’ultimo anno esaminato), l’Ogs e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” (2007, 2008 e 2009).

Per Istat, Asi, Cnr, Cra e Inaf, l’accorpamento è stato biennale e ha riguardato, per il primo e il secondo ente, le annualità 2010 e 2011; per il terzo, il 2009 e 2010; per i restanti enti il dato è, invece, più risalente, in quanto comprende sia il 2008 che il 2009, che rappresentano gli ultimi dati disponibili.

Più recenti, si fa per dire, in quanto riguardanti il 2010, sono le Relazioni dei giudici contabili che si riferiscono a Enea, Inea e Science Park.

Decisamente vetusto risulta l’ultimo referto sull’Indam, che risale addirittura al 2007.

Per Isfol e Ispra, l’attività della Corte si è fermata al 2008, mentre all’anno successivo per l’Infn, l’Inrim e l’Istituto italiano di studi germanici.

L’auspicio - crediamo non solo nostro, ma di tutti quanti confidano nell’attività della magistratura contabile – è che vi sia una maggiore sollecitudine nell’informare i cittadini e il Parlamento sui risultati dei controlli sulla gestione finanziaria di enti che non poco costano al contribuente.

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