di Ivan Duca
Ora è ufficiale. Per direttori di dipartimento e di istituto del Cnr è giunto il momento della valutazione. Il cda dell’ente nella seduta del 27 febbraio scorso, infatti, come anticipato dal Foglietto del 19 e del 26 febbraio, finalmente ha posto fine ad una vera e propria anomalia per la pubblica amministrazione, deliberando che, d’ora in poi, il 20% della retribuzione annuale (circa 30 mila euro) sarà subordinato all’esito positivo di un severo esame in ordine al raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Si tratta di un provvedimento da molti atteso, in particolare dall’Usi-Ricerca che, da anni, sollecitava l’ente di piazzale Aldo Moro ad operare in tal senso.
Fino a oggi,per i direttori non era prevista alcuna valutazione, né dell’attività svolta, né dei risultati conseguiti, né tantomeno erano previsti meccanismi di audit o di parametrizzazione della retribuzione ai risultati conseguiti.
Se l’atteso provvedimento appare di facile applicazione per quelli che saranno i nuovi direttori di istituto, i cui bandi sono in itinere, non altrettanto può dirsi per i neo direttori di dipartimento, nominati di recente, a seguito di pubblica selezione, e i cui bandi non facevano alcun riferimento alla valutazione, a fini economici, dell’attività svolta. Per costoro presumibilmente verrà avviata una rinegoziazione dei contratti già stipulati, al fine di inserire la clausola della predetta valutazione.
In caso di esito negativo, per almeno due annualità, della valutazione, nessuna norma risolutiva del contratto è stata purtroppo introdotta, con ciò vanificando il noto principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione.
Altre novità sembrano arrivare dal Cnr, che presto dovrebbe finalmente dotarsi di nuovi regolamenti, a quasi due anni dall’entrata in vigore dello statuto.
Anche in questo caso, le critiche mosse dall’Usi e dal Foglietto sembrano aver fatto breccia, visto che i vertici di piazzale Aldo Moro, mostrando buon senso, hanno accantonato la bizzarra proposta di riorganizzazione dell’amministrazione centrale prima del varo dei medesimi regolamenti che, è auspicabile, introducano sistemi e strumenti di snellimento delle procedure (e quindi della burocrazia), e, al contempo, garantiscano – sia al centro che in periferia - un efficiente controllo sulla gestione e sulla regolarità amministrativo-contabile di tutti i centri di spesa.