Comunicato Usi-Ricerca
Contrariamente alle ripetute dichiarazioni dei vertici dell’Istat di voler realizzare il benessere del personale, alla dirigenza dell’ente il peggioramento della qualità della vita dei propri dipendenti sembra non interessare affatto. Anzi, le decisioni annunciate sullo spostamento coatto di 125 dipendenti dal polo centrale a via Tuscolana lasciano ritenere che le priorità dell’amministrazione siano di tutt’altro genere.
Il pretesto è la diffida dei Vigili del Fuoco ad effettuare una serie di interventi nella sede di via Balbo per garantire la sicurezza dei lavoratori, per troppo tempo messa a rischio.
Nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio, la delegazione dell’amministrazione guidata dal direttore generale, Maria Carone, ha provato a giustificare il contenuto di un comunicato al personale che si appresterebbe a emanare, in cui si descrivono tempi e modalità del predetto trasferimento di massa, la cui entità (125 unità di personale), diversamente da quanto scritto nel comunicato, non è stata affatto stabilita dai Vigili del Fuoco, che si sono invece limitati a notificare una serie di rilievi che evidenziano situazioni di grave criticità della sede di via Balbo sul versante della sicurezza.
Alle domande incalzanti di Usi-Ricerca, l’amministrazione ha dovuto ammettere che la sede di via Tuscolana al momento è anch’essa sprovvista di alcune certificazioni in materia di sicurezza, dovendo ancora essere completati i lavori di messa a norma dei magazzini. Questo significa che non solo allo stato non può essere trasferito altro personale, ma anche che i circa 300 lavoratori ora allocati nella sede non risulterebbero pienamente tutelati.
A questo si deve aggiungere, ove ce ne fosse bisogno, l’assoluta inadeguatezza del servizio mensa e dei parcheggi di via Tuscolana che, con l’ulteriore afflusso di personale, rischierebbero il collasso.
Per questi motivi, Usi-Ricerca ha chiesto che i responsabili di tale deprecabile situazione rassegnino le dimissioni dai rispettivi incarichi e, al contempo, ha diffidato l’amministrazione dal proseguire con l’operazione di trasferimento, proponendo una distribuzione del personale interessato (oggi allocato ai piani 3° e 4°) sia all’interno della sede centrale (piano terra e piani 1° e 2°) che delle sedi limitrofe e, se necessario, a viale Liegi.
Qualora, poi, gli spazi ricavati non fossero sufficienti si potrebbe fare ricorso temporaneamente e in via straordinaria allo strumento del telelavoro.
In ogni caso, come è sempre avvenuto in Istat, la mobilità verso sedi periferiche, che può stravolgere l’organizzazione familiare dei lavoratori e incidere pesantemente sulla loro qualità della vita, non può che avvenire su base volontaria.
Pertanto, si invitano tutti i lavoratori in forza alle strutture destinate al trasferimento coatto, che per motivi personali non intendano cambiare sede, a presentare domanda di assegnazione ad altra struttura che rimane nel polo centrale.