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Sabato, 06 Lug 2024

di Roberto Tomei

Tutti ricordano la triste e tragica vicenda del terremoto a L’Aquila, con oltre trecento morti, che è stata, né poteva essere diversamente, oggetto anche di esame da parte della magistratura, conclusosi, in primo grado, con una sentenza che ha suscitato e continua a suscitare polemiche.

Se c’è una cosa che l’umanità intera da sempre si augura è quella di poter prevedere i terremoti.

Cosa che, fino a oggi, non sembra essere possibile.

Per questo, colpisce quando si viene a sapere che, forse, qualche possibilità in tal senso sembra configurarsi all’orizzonte della scienza e della tecnica.

E’ quanto si apprende da una lettera, pubblicata il 24 marzo scorso dal quotidiano  La Nazione, a firma dell’avv. Adelina Carbone, che contesta il contenuto di un articolo di Paolo Mandoli, comparso sul medesimo giornale il 25 febbraio, dal titolo Terremoti, ora tremano le poltrone. Rischio sismico, il nodo degli allarmi.

Nella lettera dell’avv. Carbone, c’è un passaggio che fa saltare sulla sedia il lettore, laddove si legge che: “Se il Tromino fosse stato utilizzato a L’Aquila nelle settimane che precedettero la devastante scossa del 6 aprile 2009, cioè per fini di protezione civile, forse si sarebbe potuta salvare qualcuna delle trecento vittime”.

L’affermazione è a dir poco sconvolgente. Ora, poiché non è nelle nostre possibilità valutare la fondatezza della predetta asserzione, ci sentiamo in dovere di sollecitare in merito un dibattito, il più ampio possibile, tra gli esperti della materia.

Per quel che ne sappiamo, il tromino, che è un tromometro digitale, viene definito dall’azienda produttrice, la Micromed spa di Mogliano Veneto, “il primo strumento realmente ‘tutto in uno’ per la registrazione sismica a stazione singola, passiva ed attiva, e per il monitoraggio delle vibrazioni”.

La Micromed “opera nell’ambito della produzione di sistemi di diagnosi medica e di  attrezzature sanitarie e ospedaliere principalmente in ambito neurofisiologico ed in maniera secondaria nella produzione di strumenti per la geofisica”.

Il tromino, coperto da brevetto internazionale concesso in licenza di produzione alla predetta Micromed, che nel suo sito ci tiene a sottolineare che lo strumento “vanta innumerevoli tentativi di imitazione parziale ma nessuno eguaglia l’originale”, è stato realizzato da Francesco Mulargia (Ordinario di Fisica terrestre all’Università di Bologna, membro della commissione Grandi Rischi e del Consiglio scientifico dell’Ingv); Marco Mucciarelli, professore di Sismologia applicata presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università della Basilicata e, dal luglio 2012, direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs); Dario Albarello, professore associato di Geofisica applicata e Pericolosità sismica presso l’Università di Siena e, attualmente, membro del Gruppo di lavoro “Microzonazione Sismica” istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, e da Silvia Castellaro, ricercatrice, titolare dell'insegnamento di “Sismologia Applicata” presso l'università degli Studi di Bologna.

Dalla Relazione alla gestione 2011, allegata al bilancio della Micromed, che ha registrato un fatturato di oltre 6,6 milioni di euro, emerge che “nel 2011 c’è stata una contrazione delle vendite degli strumenti per la rilevazione del rumore sismico che hanno registrato una diminuzione di circa il 41% rispetto al 2010, da ritenersi un anno eccezionale, ma che hanno fornito ugualmente un contributo importante sul fatturato totale dell’azienda (11,3%). Nel 2012, grazie ai nuovi modelli introdotti sul mercato, i volumi di vendita dovrebbero aumentare di almeno il 30% rispetto al 2011”.

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