Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 06 Lug 2024

di Ivan Duca

L’applicazione anche di regole semplici sembra una chimera nel Cnr di oggi.

Occorre premettere che il funzionamento dell’ente presieduto da Luigi Nicolais è dettagliatamente disciplinato da regolamenti (di organizzazione e funzionamento, del personale e di contabilità), sottoposti a preventiva approvazione del Ministero vigilante.

Disattendere quanto in essi disposto integra una grave violazione amministrativa, oltre che un comportamento incomprensibile, trattandosi di regole che l'ente si è autoimposto. Eppure il rispetto di questo semplice principio sembra sfuggire a chi governando il Cnr, amministra il bene pubblico.

In particolare, si deve osservare che in caso di “istituzione, trasformazione e soppressione degli istituti” di ricerca nel Cnr, il regolamento di organizzazione e funzionamento prescrive, senza possibilità di interpretazioni, la necessità di un dettagliato iter al quale l’ente ha l’obbligo di attenersi.

L’iniziativa, innanzitutto, spetta in via esclusiva al direttore del dipartimento cui l’istituto afferisce (art. 25 del ROF).

Il passo successivo consiste nella verifica della condivisione e fattibilità del nuovo progetto attraverso il parere del Consiglio scientifico generale, del Consiglio dei direttori di dipartimento, delle organizzazioni sindacali ammesse alla contrattazione collettiva e, da ultimo, ma non per questo non meno importante, del personale interessato, vero propulsore della ricerca, cui occorre in ogni caso garantire il diritto d’opzione (sempre applicato nel Cnr) verso altre strutture nel caso di mancata adesione al progetto. Solo alla positiva conclusione di questo iter si perviene ad una deliberazione del cda, in seguito alla quale il presidente decreta l’eventuale trasformazione, riorganizzazione o soppressione dell’Istituto interessato.

Come descritto, le regole escludono che l’iniziativa di trasformazione di un istituto di ricerca possa essere assunta da soggetti diversi e men che meno dal direttore della struttura stessa, il  quale, peraltro, qualora l’istituto venisse coinvolto in un processo di riorganizzazione o trasformazione, dovrebbe vedersi contestualmente risolvere l’incarico (art. 28 ROF).

Occorre infatti ribadire che al direttore di Istituto, previa selezione pubblica e stipula di contratto di lavoro di diritto privato, viene esclusivamente assegnata la conduzione per la realizzazione delle linee strategiche di sviluppo delle attività dell'istituto approvate in sede di concorso (art. 27 del ROF). Tale ovvietà è confermata dal fatto che il ROF vigente non attribuisce al direttore di istituto poteri di proposta di trasformazione dell’istituto che è chiamato a dirigere.

Nel Cnr di Luigi Nicolais e Paolo Annunziato, le carte sembrerebbero confermare la seriale disapplicazione di queste semplici norme regolamentari.

Il primo caso a balzare all’onore delle cronache è stato quello dell’Istituto di scienze neurologiche di Mangone (CS). All’odg del cda del Cnr del 30 ottobre 2012 era prevista l’approvazione della riorganizzazione dell’Isn su proposta del suo direttore, il tutto senza aver sentito dipendenti e sindacati, tra cui Usi-Ricerca, che si è vista costretta a diffidare l’ente.

Resosi conto della gaffe, Nicolais correva ai ripari, rinviando il punto all’odg del cda e convocando l’Usi (unico sindacato a chiedere l’incontro) per il giorno 12 novembre.

In tale occasione l’Usi dimostrava, documenti alla mano, la totale infondatezza e pretestuosità delle argomentazioni poste a base della progettata riorganizzazione dell’Isn. L’incontro sembrava avere definitivamente archiviato le proposte di Antonio Gambardella, direttore dello stesso Isn, che già aveva avanzato altri progetti di riorganizzazione dell’Istituto, primo fra tutti quello per la costituzione di un Istituto di scienze neurologiche e nefrologiche, forse per studiare le possibili correlazioni tra demenze e malattie renali (o viceversa), mediante la fusione con la sezione Ibim di Reggio Calabria.

Tutti i detti progetti di Gambardella sono accomunati da un aspetto: il potenziamento delle attività biomediche del Cnr presso l’Università di Catanzaro dove, solo per inciso, egli è professore associato alla cattedra di neurologia del prof. Aldo Quattrone, già direttore dell’Isn ed attuale rettore dello stesso ateneo.

E dire che l’ex presidente del Cnr, Luciano Maiani, aveva già definitivamente accantonato ogni ipotesi di riorganizzazione dell’Isn, dopo averne verificato l’eccellenza dei risultati raggiunti, l’importante ruolo sociale svolto e l’ottima valutazione dei panel.

Lo stesso Nicolais il 19 novembre 2012 dichiarava all’Ansa che l’Isn “resta a Cosenza e continua la propria attività, sia scientifica che assistenziale”. Dichiarazione, purtroppo, smentita nei fatti dato che l’attività assistenziale risulta ancora bloccata, così compromettendo, di conseguenza, l’importante attività di ricerca, con il personale che attende ancora riscontro alle numerose garanzie date.

E, inoltre, l’Isn sembrerebbe comunque aver subito una larvata riorganizzazione dato che, con delibera del cda n. 10 del 13 febbraio scorso, si è disposta l’istituzione di una nuova sezione dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare presso l’Università di Catanzaro, il tutto, tra l’altro, con il parere favorevole del direttore Gambardella e sulla base di una sua relazione circa la riorganizzazione scientifica dell’Isn.

Tale vicenda aumenta l’entropia nel sistema, dato che Gambardella, oltre a prendere l’iniziativa di riorganizzare il suo istituto, è coinvolto attivamente nella riorganizzazione dell’Ibfm, il cui staff vede nomi importanti quali l’ex ministro della salute del governo Berlusconi ed ex direttore dell’istituto stesso, Ferruccio Fazio, e Cristina Messa, vicepresidente del Cnr.

Tale complessa vicenda sarebbe stata certamente semplificata, se non evitata, attraverso il puntuale rispetto del ROF che, come detto, disciplina la procedura di riorganizzazione in modo totalmente differente.

I vertici dell’ente, tuttavia, non sembrano aver fatto tesoro di tale esperienza.

Infatti, ancora una volta, si è tentato di riorganizzare ben quattro istituti (Ieni, Ivv, Ipp e Ibam), portando l’argomento alla riunione del cda del 18 aprile 2013. I vizi appaiono gli stessi: provenienza delle proposte di riorganizzazione dai direttori di istituto e nessun confronto con le organizzazioni sindacali.

Usi-Ricerca, ancora una volta solitariamente, si è vista costretta ad invocare il rispetto delle regole diffidando per ben due volte i vertici del Cnr (il 18 aprile e il 2 maggio), in prossimità della suddetta riunione del cda, anche per aver riscontrato l’assoluta inadeguatezza della documentazione tardivamente trasmessa a supporto dei procedimenti.

Accadrà qualcosa? Di certo c’è che la riorganizzazione di Ieni, Ivv, Ipp e Ibam verrà discussa nel corso della riunione del cda prevista per domani.

Per risolvere tali “problemi” sembrerebbe che Paolo Annunziato abbia ritenuto di espungere dal nuovo ROF, in fase di elaborazione, le norme “indigeste”.

Nella bozza del nuovo regolamento di organizzazione e funzionamento, trasmessa alle organizzazioni sindacali nei giorni scorsi, le procedure per trasformare e riorganizzare la rete di ricerca sono infatti “snellite”, abolendo ogni forma di confronto ed escludendo ogni partecipazione del personale.

Con buona pace, una volta che sarà approvato, per la tanto auspicata autonomia della ricerca e per il tanto decantato coinvolgimento dei ricercatori nelle scelte strategiche dell’ente, cui, anzi, viene impedito il diritto d'optare per l'istituto più rispondente alle proprie conoscenze scientifiche.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

empty alt

All’ombra del Re dollaro crescono piccole valute

La notizia dell’ultimo aggiornamento che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dedicato...
empty alt

Tolve, bellezza lucana che affonda le sue radici nel terzo millennio a.C.

San Rocco è il Santo più venerato nel mondo cattolico. Nei miei viaggi per i borghi lucani la sua...
empty alt

In Adriatico sono tornate le mucillagini

In Adriatico sono tornate le mucillagini la cui composizione potei analizzare, tra primi, nel...
empty alt

Illegittimo affidare il controllo della prestazione lavorativa a un investigatore

Con ordinanza n. 17004/24, pubblicata il 20 giugno 2024, la Corte di cassazione - sezione Lavoro – ha...
empty alt

Dall’Antitrust cartellino rosso alla Figc

Dopo l'inattesa eliminazione della nazionale italiana di calcio dagli Europei, una nuova tegola si è...
empty alt

“Fremont”, film esistenzialista dalle venature surreali

Fremont, regia di Babak Jalali, con Anaita Wali Zada (Donya), Gregg Turkington (Dr. Anthony),...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top