di Biancamaria Gentili
La scorsa settimana, Il Foglietto, dopo che Enrico Giovannini aveva assunto la carica di ministro del Welfare del neonato governo Letta, aveva ipotizzato con un articolo la nomina di un commissario all’Istat, nella persona del membro del cda Luigi Paganetto, e ciò per permettere all’ente statistico di poter operare con un rappresentate legale, in attesa del nuovo presidente.
Al contempo, spiegavamo che mentre per “la nomina a commissario è sufficiente un semplice decreto del presidente del consiglio, più difficile si presenta l’iter per ottenere l’investitura a presidente e ciò in quanto l’art. 5 della legge 196/2009 ha stabilito che occorre che la designazione del governo ottenga il parere favorevole dei due terzi dei componenti delle commissioni parlamentari competenti”.
Tale tesi è stata pienamente condivisa dal quotidiano La Repubblica - Affari & Finanza di ieri, con un articolo dal titolo “All’Istat dopo l’uscita di Giovannini la soluzione più rapida è il commissariamento”, carica per la quale anche il quotidiano diretto da Ezio Mauro fa il nome di Paganetto.
In attesa che Enrico Letta, tra una minaccia di crisi e l’altra, trovi il tempo di occuparsi dell’assetto dell’Istat, da segnalare che il cda dell’ente di via Balbo si è irritualmente riunito il 30 aprile scorso, quando ormai era privo di presidente.
Allo stato, non è dato sapere né chi l’ha convocato, né chi l’ha presieduto, né se sono state assunte deliberazioni.