di Rocco Tritto e Roberto Tomei
Di questi tempi, forse solo il caveau della Banca d’Italia è al riparo delle incursioni dei ladri. Siamo, insomma, un po’ tutti esposti a subire ogni tipo di invasione, non solo nelle nostre case, ma anche nei luoghi di lavoro, poco importa se privati o pubblici.
Ne sanno qualcosa all’Area della Ricerca di Pisa, che ospita, oltre alla Fondazione medica “Monasterio” e a una importante struttura della Scuola Sant’Anna, numerosi istituti del Consiglio nazionale delle ricerche.
Nel verbale del Comitato di Area del 10 maggio, diffuso nei giorni scorsi, il fenomeno dei furti è stato addirittura oggetto di uno specifico punto all’odg.
Chi pensa a furti di formule scientifiche, brevetti et similia, deve, per fortuna, ricredersi, perché in realtà l’attenzione dei ladri sembra essersi concentrata su oggetti, di valore molto più modesto.
Si tratterebbe, infatti, di biciclette, qualche pc portatile incautamente lasciato incustodito e, forse, addirittura di alcune confezioni di merendine.
Ottavio Zirilli, dirigente tecnologo nonché responsabile dell’Area in questione, dopo aver ampiamente relazionato i membri del Comitato sull’increscioso fenomeno, ha avanzato alcune idee per cercare, se non di sconfiggerlo, quantomeno di arginarlo, proponendo un vero e proprio piano di azione, articolato su alcuni punti forti: “introduzione del concetto di sicurezza partecipata (sic!)” e obbligo per tutti di “indossare da subito il badge”, quasi una sorta di nuova divisa di riconoscimento.
Tali iniziative, però, non sembrano idonee a fronteggiare un altro sgradevole fenomeno, segnalato dallo stesso Zirilli, ossia il fatto che “alcuni frequentatori dell’Area, per evitare di entrare dall’ingresso di via Moruzzi, scavalcano la recinzione dal lato di via Luzzatto”.
E’, questo, l’unico aspetto che al momento non trova adeguato contrasto da parte di Zirilli. C’è così chi ha pensato di suggerirgli l’installazione di filo spinato, rafforzata dalla edificazione di una o più torrette di controllo, con tanto di fari luminosi, ovviamente da azionare alla bisogna.
L’annuncio del Piano Zirilli non pare, però, abbia raccolto consensi tra il personale. Avrebbe, anzi, suscitato addirittura non pochi malumori, anche all’interno della Rsu, che ha stilato un ben argomentato documento unitario con il quale boccia, senza appello, l’unilaterale iniziativa del nuovo badge.
Rsu che è sul piede di guerra anche per l’approvazione da parte del Comitato di un’altra proposta di Zirilli: la chiusura del condizionamento estivo per il periodo dal 10 al 20 agosto, il tutto al fine di contenimento delle spese.
Sulle problematiche dell’Area della Ricerca di Pisa, il primo ricercatore Alessandro Ferretti, Rsu eletto nella lista dell’Usi-Ricerca, ha rilasciato la seguente dichiarazione al Foglietto: “L’Area della Ricerca di Pisa – dice Ferretti - continua ad essere gestita in modo istintivo e non razionale. Troppo spesso ci si dimentica il rispetto delle norme che regolano il rapporto dipendente-datore di lavoro e si confondono i ruoli che, peraltro, sono chiaramente definiti".
"Questo – continua Ferretti - riguarda soprattutto il ruolo di ‘datore di lavoro’, la persona responsabile di fronte alla legge anche della sicurezza sul posto di lavoro, che nella fattispecie deve essere identificato con il direttore di Istituto o responsabile di Uos”.
“I verbali delle riunioni di Comitato - conclude Ferretti - grazie alla politica di trasparenza del nuovo presidente dell’Area, sono ora leggibili dal personale ma iniziative di indubbia e comune utilità, come la gestione del problema della sicurezza, del risparmio e del servizio mensa, che per contratto dovrebbero coinvolgere tutti i lavoratori e le loro organizzazioni (Rsu, sindacati e Rls), sono invece affrontati unilateralmente dal Comitato, dove i direttori di Istituto ed i responsabili di Uos sembrano unanimemente approvare quello che il responsabile dell’Area, l’ing. Zirilli, presenta come proposte, salvo poi averle già messe in opera”.