di Flavia Scotti
Con sentenza n. 16365/2013, depositata lo scorso 14 gennaio, il Tribunale penale di Roma – Sez. VIII (Pres. Liotta, Est. Squicciarini), ha motivato la condanna, in primo grado, dell’ex capo dipartimento del Mipaaf ed ex direttore generale del Cra, Giuseppe Ambrosio, alla pena di 3 anni e 6 mesi nonché alla pena accessoria dell’estinzione del rapporto di pubblico impiego, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento a favore delle parti civili.
Il processo, conclusosi il 9 ottobre 2013 con la lettura del dispositivo, ha visto sul banco degli imputati, oltre ad Ambrosio, all’epoca dei fatti capo dipartimento generale del ministero delle politiche agricole, altri dirigenti dello stesso dicastero, tra i quali anche la moglie dello stesso Ambrosio, Stefania Ricciardi, per la quale sono maturati i termini massimi di prescrizione del reato ascrittole.
Non proprio incidenter tantum, visto che vi dedica ben 5 pagine (da 17 a 21), la sentenza tratta anche di un concorso bandito dal Cra nel 2005, quando però l’ente non era diretto da Giuseppe Ambrosio ma da Ida Marandola, “cui tuttavia non è stata elevata contestazione alcuna”.