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Venerdì, 05 Lug 2024

Tra i tanti iscritti al sindacato Usi-Ricerca, credo di essere stato uno dei pochi ad aver aderito alla Polizza Sanitaria UniSalute.

Usi-Ricerca, sindacato legalitario, che fa informazione corretta e trasparente, in tempi di “scelta” ha spiegato in modo chiaro a tutti i dipendenti, con numerosi articoli apparsi sul Foglietto, perché la polizza, così come è stata individuata, meritava un NO. E ad Usi-Ricerca non è mai stato spiegato da nessuno, ma proprio da nessuno, perché sia stato violato l'art. 52 del CCNL 1994-1997, che indica un percorso ben preciso per l'eventuale stipula di una polizza, assai diverso da quello che invece il Cnr ha seguito.

Per di più la cosa "strana" è che per un paio di mesi, si è discusso su un Capitolato Tecnico distribuito dal Cnr, allegato ad una circolare, e non dei contenuti della Polizza Sanitaria esplicativa che andava a regime. E tutti i dipendenti hanno dovuto prendere una decisione definitiva su un Capitolato Tecnico e non sulla Polizza Sanitaria esplicativa che di li a poco entrava, volenti o nolenti, in vigore.

Anch'io sono stato, come tutti, costretto ad una decisione, combattutissima, riflettendo su delle "ipotesi tecniche" e non su di un capitolato assicurativo certo, consapevole che la seconda ipotesi mi avrebbe portato ad una scelta serena in funzione anche delle problematiche personali evidenti e/o previste a breve-medio termine. Un “no” mi avrebbe comunque limitato nelle risorse di rimborso da parte del Cnr, per le ragioni che ora spiegherò.

La gestione dei sussidi per le spese sanitarie del Cnr, infatti, non prevede (scelta alquanto “bigotta” e anacronistica), rimborsi per la/il convivente “more-uxorio” (cioè "vivere o convivere come sposi”), mentre la Polizza contempla la possibilità di estendere la stessa anche alla/al convivente “more-uxorio”.

E stato questo il motivo che, dopo “anamnesi familiare”, mi ha portato, tappandomi il naso, alla scelta di aderire. Ma ora sento di essere pentito e deluso. Consapevole comunque di aver perso, qualunque fosse stata la mia scelta.

E le spese sanitarie sostenute dai dipendenti nel 2014 e le fatture rifiutate o non coperte da Uni Salute?

La Circolare n. 20/2014, del 25/06/2014, firmata dal Direttore Generale del Cnr Paolo Annunziato, recita anche: Relativamente all'anno 2014 (regime transitorio), in considerazione della decorrenza della Polizza sanitaria al 1 settembre 2014, le risorse disponibili risultano ammontare ad € 2.306.016,67. Quindi, nei limiti di tali risorse, tutti i dipendenti ed i loro familiari, sia iscritti che rinunciatari alla Polizza sanitaria, potranno contare su un Fondo sussidi per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2014, il cui utilizzo avverrà con i medesimi criteri e nei limiti definiti dal vigente CCNI. Tuttavia per le spese sostenute successivamente alla decorrenza degli effetti della polizza (1 settembre 2014) e fino al 31 dicembre 2014, tutti i dipendenti ed i loro familiari, sia iscritti che rinunciatari alla Polizza sanitaria, potranno accedere alle risorse del Fondo Sussidi ordinari e speciali per chiedere esclusivamente il rimborso delle spese non coperte dalla Polizza sanitaria.

E i benefici di natura assistenziale relativi al 2014, soprattutto per i dipendenti non aderenti alla polizza?

Solo il 18 febbraio scorso, a distanza di mesi, è stata diffusa una circolare esplicativa in merito ai rimborsi dovuti dal Cnr ai propri dipendenti per le spese sanitarie sopracitate. Nonostante costanti sollecitazioni agli uffici e ai dirigenti di settore.

Infine, due parole le voglio spendere sulla copertura sanitaria della Polizza UniSalute per i dipendenti del Cnr.

Praticabilità delle prenotazioni accertamenti sanitari

Il processo di richiesta di “rimborso semplice” a UniSalute attraverso la procedura assistenziale del SSN “sbatte” contro la porta, spesso un portone dei tempi abissali della concessione degli appuntamenti sanitari. Sarebbe bello, ma spesso impraticabile.

Allora si entra in un percorso, relativamente breve, di concessione degli appuntamenti sanitari tramite call-center di UniSalute, presso strutture sanitarie e professionisti convenzionati. Ma con un servizio agli utenti scadente, spesso impraticabile e nel mio caso sempre con appuntamenti in strutture o con professionisti a decine di chilometri di distanza.

A fronte di una patologia resistente diventa un calvario.

Strutture sanitarie e professionisti convenzionati con Uni Salute

Chi, come me, abita in provincia (forse per chi abita in città il problema non emerge in tutta la sua criticità), si trova a combattere con le difficoltà sopracitate. Convenzioni insufficienti e spesso scadenti, di difficile comprensione.

Come risolvere il problema?

Più volte ho chiamato il call-center di UniSalute segnalando il problema. Risposte ricevute: faremo la segnalazione, la faremo contattare, etc etc … soltanto “silenzio assordante”.

Ho sollecitato professionisti validi di fiducia e non (ma con accertata professionalità) della zona di residenza ad inoltrare domanda di convenzione ad Uni Salute. Alcuni hanno attivato la procedura in mia presenza. Dopo molti mesi: “silenzio assordante”.

Ho sollecitato dirigenti di valide strutture sanitarie della zona di residenza di fiducia e non (ma con accertata professionalità, di vasta offerta, di conclamata qualità e di notevole e soddisfatta utenza) ad inoltrare domanda di convenzione ad Uni Salute. Alcuni hanno attivato la procedura in mia presenza. Dopo molti mesi: “silenzio assordante”.

Citando Antonio Lubrano, mi nasce spontanea una domanda: con quali criteri logistici e di professionalità vengono scelti da UniSalute i professionisti e le strutture sanitarie fiduciarie?

Persa l'opportunità di rimanere a regime diretto per i sussidi con il Cnr, di fatto oggi, mi trovo costretto a non poter usufruire di un servizio che il Cnr comunque paga.

Ma è il “gatto che si morde la coda”. Di fatto è lo stato italiano che paga, di fatto sono i cittadini che pagano, di fatto anch'io pago, comunque.

Che altro aggiungere?

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