In un’aula blindata per l’occasione, con telecamere e taccuini rigorosamente off limits, giovedì della scorsa settimana il direttore generale del Cnr, Paolo Annunziato, giunto all’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) di Pisa da Roma con un’ora di ritardo causa maltempo, ha provato a rasserenare gli animi dopo la bufera dello scandalo delle false convenzioni, sulle quali l’amministrazione centrale ha anticipato cospicui finanziamenti allo stesso Ifc per l’effettuazione di fantomatiche ricerche scientifiche.
Il risultato non è stato certamente soddisfacente se è vero, come purtroppo sembra, che polemiche, perplessità, sconcerto e scetticismo che, prima dell’intervento del n. 2 di piazzale Aldo Moro, in sala si potevano toccare con mano, alla fine sembravano addirittura essere aumentati.
E' rimasto profondamente deluso, infatti, chi si aspettava che Annunziato avrebbe finalmente chiarito i meccanismi che avevano determinato l’incredibile vicenda, che potrebbe gravare per diversi milioni di euro sulle casse del Cnr, che continua ad avere ampio risalto sulla stampa nazionale ed alla quale Il Foglietto ha già dedicato alcuni articoli [1, 2].
Il comunicato diffuso dall’ente presieduto da Luigi Nicolais dopo la visita del dg, si limita ad affermare che le attività ordinarie e straordinarie dell’Ifc non verranno interrotte e che “l’obiettivo comune è quello di assicurare il proseguimento di tutti i progetti ‘sani’, che sono relativi ad attività ‘scientifiche di grande rilievo’. In questa fase – prosegue il comunicato - la verifica di contabilità Ifc 2014-2015 sarà condotta dall’amministrazione centrale di concerto con le strutture dell’Istituto”.
“Proseguono - conclude la nota di piazzale Aldo Moro – le indagini da parte dell’Internal audit e dell’ufficio procedimenti disciplinari. La volontà di tutti è mantenere alta l’immagine dell’ente e di un Istituto che ne rappresenta una delle eccellenze, con la certezza di ripristinare prima possibile la piena operatività”.
Questa, dunque, la posizione ufficiale dell’amministrazione centrale che, certamente, non appare sufficiente a rispondere a un interrogativo, che in tanti si pongono: come è potuto succedere?
Nè la ricostruzione dei fatti contenuta nel verbale del Consiglio di istituto dell'Ifc del 22 dicembre scorso, protocollato e diffuso il 2 febbraio 2015, può ritenersi esaustiva, anche alla luce delle contestazioni sollevate dall'ex direttore Eugenio Picano che, nel frattempo, si è dimesso dal prestigioso incarico scientifico conferitogli all'inizio dell'anno in Kazakistan, presso la Scuola di Medicina di Astana, per fare ritorno in Italia, al fine di contribuire a snebbiare una vicenda che ha del paradossale.
A fare chiarezza, comunque, ci penserà l’indagine della Procura della Repubblica di Pisa, che è stata avviata da alcune settimane, alla quale ad horas dovrebbe affiancarsi anche quella della Procura della Corte dei conti, dopo l’esposto inviato dal sindacato Usi-Ricerca, perché si accertino eventuali responsabilità per culpa in vigilando.