La lettera
Voglio paragonare il CRA (di recente oggetto di fusione con l’INEA) a un “edificio” di rilevanza storica per il paese e per il mondo. Patrimonio globale. Conosciuto a livello internazionale grazie alla caparbietà ed alla passione di tutti coloro che vi “abitano”, a seguito di “traslochi”, spesso molto difficili.
Un “edificio” costruito con i materiali (beni immobili, competenze, personale qualificato, laboratori, biblioteche e quant’altro) prelevati da tanti altri “edifici storici” (leggasi: IRSA), alcuni risalenti alla seconda metà dell’800 e la maggior parte al primo quarto del secolo scorso.
Materiali preziosi che, sottoposti a diversi rimaneggiamenti e aggiustamenti, hanno contribuito per intero alla fama che l’attuale “edificio” ha acquisito dal 2004 ad oggi.
Certo, risentiamo del passare degli anni, prima di tutto perché abbiamo bisogno di interventi di manutenzione e poi perché dobbiamo adeguare tutta la struttura alle nuove leggi.
Ci sono pochi soldi per i lavori. Dobbiamo fare in fretta prima che crolli tutto.
C’é una parte (leggasi: INRAN), aggiunta nel corso degli anni che, pur avendo accresciuto l’importanza dell’”edificio”, sembra aver assorbito tutte le risorse che, grazie al lavoro di tutti “i condomini”, erano state accantonate per i lavori di ammodernamento già programmati.
Ora, con la cassa che sembra prosciugata, siamo costretti (legge di stabilità 2015) a farci carico anche di un altro “edificio” (leggasi: INEA) che sta per crollare.
Rimetterlo in sicurezza rischia di danneggiare il nostro “edificio” fin nelle fondamenta.
Tra l’altro, il Direttore dei lavori nonché progettista (leggasi: Commissario Straordinario) nominato dal Mipaaf, dalle prime bozze di progetto in circolazione non sembra voler ristrutturare l’intero “edificio” ma solo la facciata.
Ebbene, normalmente, quando si vuol mettere mano al “rifacimento” di un edificio storico, che ha una facciata conosciuta e facilmente riconoscibile, si lavora alacremente dietro la facciata stessa, facendo in modo che chi passa per strada non abbia alcun sospetto di ciò che accade oltre il muro.
Una volta finiti i lavori, si attendono gli esiti del collaudo e solo se questi sono positivi si fa l’inaugurazione dell’edificio rinnovato.
E’ già stata programmata la presentazione della nuova facciata per il 15 giugno 2015, nella prestigiosa cornice di EXPO 2015 di Milano, con tanto di nuovo logo (CREA). Una facciata di cartapesta, che rischia di coprire un “edificio” in abbandono, destinato a crollare, nonostante gli sforzi dei suoi abitanti storici.
Speriamo che non accada, ma le premesse non promettono nulla di buono.
Lettera firmata