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Venerdì, 05 Lug 2024

altCon un articolo del 24 febbraio scorso, Il Foglietto ha pubblicato la nota del direttore generale che se non bloccava quantomeno frenava, di fatto, le attività istituzionali dell’Ingv e, immediatamente, tutti gli attori interessati si sono mobilitati per chiarire e risanare i conti in rosso delle casse dell’ente.

Ma non si è fatta attendere la risposta del capo della Protezione Civile, che individuava difficoltà interne all’Ingv ad esigere le somme dovute.

Con numeri di protocollo e non con le chiacchiere, il Capo del Dipartimento fa presente che la rendicontazione relativa al finanziamento previsto per l’anno 2012 era stata inviata dall’Ingv allo steso Dipartimento “solo” il 30 giugno 2014; quella del 2013 era stata trasmessa il 2 dicembre 2014 e quella relativa al 2014, alla data del 23 febbraio, non era ancora pervenuta.

Nella sua risposta, il Prefetto Gabrielli, con dovizia e precisione, fa presente che “Purtroppo, nella documentazione trasmessa non si è potuto fare a meno di rilevare il permanere di incongruenze che sono state segnalate a codesto Istituto con nota del 23 febbraio 2015, prot. 9700.”

Alla luce dei fatti, il messaggio che il vertice dell’Ingv aveva fatto passare nei confronti del Dipartimento di Protezione Civile è risultato privo di ogni fondamento. Non è vero, dunque, che la protezione Civile non onora i suoi impegni, non è vero – come qualcuno può avere pensato - che affama l’Ingv che, pure, con essa collabora per la mitigazione del rischio sismico e vulcanologico, ma è vero che lo stesso Ingv non è in grado di esigere i propri crediti.

Anche i Dirigenti di ricerca dell’ente di via di Vigna Murata hanno chiesto l’immediato intervento del Cda per fare chiarezza sulla situazione finanziaria dell’Ingv ma, more solito, lo stesso Cda non si preoccupa di rispondere, ne’ tantomeno i suoi due membri eletti dal personale, Pino e Meloni, hanno sentito la necessità di aiutare i propri colleghi a fare chiarezza … ma forse possiamo aiutarli noi.

Nei fatti: il Cda, con la delibera n. 161/2015 del 21/01/2015 aveva già evidenziato le difficoltà finanziarie dell’INGV, definendo la disponibilità delle casse assolutamente inadeguata rispetto ai pagamenti inderogabili che l’Istituto è tenuto a ordinare nel corrente I quadrimestre 2015. Sempre nella stessa delibera, il Cda chiede, su proposta del Direttore Generale, che si inoltri richiesta, al Monte Paschi di Siena SpA, per la concessione all’Ingv di un’anticipazione di cassa di 15 miloni di euro, al tasso d’interesse pari all’Euribor a 1 mese aumentato di uno spread pari al 6%!

Anche se nella delibera si parla di “spread”, che nella nostra lingua chiameremmo scarto o margine, il suo significato non è da poco, si tratta del ricarico che sarà versato alla banca quale proprio ricavo, per l’anticipazione delle somme di denaro.

Non vogliamo fare i conti a nessuno, ma a meno dell’Euribor, e considerando solo lo “spread” questa anticipazione di cassa dovrebbe costare all’Ingv circa 2500 euro al giorno (compresi i sabati e le domeniche).

Chi pagherà questi interessi?

Ricapitoliamo: l’operoso e vigile Direttore Generale si accorge, forse con 2 anni di ritardo, che l’Ingv non è in grado di riscuotere i suoi crediti, informa immediatamente il CdA il quale, a sua volta, preoccupato della situazione finanziaria, già a gennaio, richiede al Monte Paschi di Siena SpA una immediata anticipazione.

Quindi, il Cda aveva effettuato un’attenta analisi del bilancio dell’ente già a gennaio, per cui avrebbe potuto rispondere immediatamente ai Dirigenti di ricerca e ai tecnologi Ingv, inviando agli stessi la delibera 161/2015 ed inoltre, se lo stesso CdA avesse voluto far maggior chiarezza, avrebbe potuto allegare anche il verbale 01/2015 del consiglio di Amministrazione, dove sono probabilmente contenute le motivazioni della sofferenza finanziaria dell’ente. Ma tale verbale è a tutt’oggi secretato (in barba all’Amministrazione Trasparente ed al D.Lgs. n.33/2013).

A differenza del CdA, il Direttore Generale, con la solerzia che lo contraddistingue, ha immediatamente risposto alla lettera dei Dirigenti, affermando che la situazione finanziaria dell’ente “è attualmente saldamente sotto controllo”. La sua nota di blocco delle attività aveva solo lo scopo di sensibilizzare i dipendenti!

Sottolineiamo che i Dirigenti avevano scritto al Dg solo per conoscenza e, a tutt’oggi, attendono ancora formale risposta dal CdA.

Quanti formalismi per un ente in cui il CdA tiene le sue figure professionali più importanti all’ oscuro di tutto, ma forse non ha il tempo di rispondere perché troppo impegnato (da circa 18 mesi) sulla definizione del nuovo piano assunzionale, in merito al quale ha già deliberato nel 2014, facendo scorrere parzialmente solo le graduatorie di alcuni concorsi (forse a loro più graditi?), senza seguire nessun criterio di imparzialità e buona amministrazione e senza mai fornire alcuna motivazione.

Oggi, visto che il tempo stringe, poiché il CdA scade ad agosto prossimo, tutti i componenti sembrano in preda all’ansia se non all’affanno, perché temono di non riuscire a portare a termine la loro assai criticata operazione.

Sarà proprio a causa di questo affanno che il CdA ha già licenziato ed inviato alla Funzione Pubblica la delibera che definisce le linee guida per lo svolgimento dei futuri concorsi, senza aver interpellato ufficialmente alcuna organizzazione sindacale, forse perché teme che prima di espletare i concorsi arrivino le sentenze dei contenziosi che, con molta probabilità, potrebbero obbligare l’Ingv ad assumere gran parte del precariato storico, facendo scorrere di fatto la lista delle stabilizzazioni che volutamente hanno ignorato.

Tale timore è stato confermato anche da Antonio Meloni (CdA) e Tullio Pepe (Direttore del Personale) durante la riunione tenutasi presso il CNT.

A detta dei presenti  alla predetta riunione (alla quale hanno potuto partecipare solo i dipendenti del CNT), il CdA confida nel “silenzio-assenso “ della Funzione Pubblica per ciò che riguarda le linee guida dei concorsi pubblici. Per ciò che concerne i concorsi “riservati”, il CdA tenterà di perfezionare la sua delibera solo con alcune organizzazioni sindacali (escludendo arbitrariamente l’Usi?) convocate all’uopo per il prossimo 19 marzo. E’ chiaro che anche se USI risulta essere forse un po’ – ma solo un po’ - più spigolosa di altre sigle più compiacenti, ha il diritto-dovere di essere convocata ai tavoli sindacali. Se questo non avverrà, vuol dire che ci sarà materia per i Tribunali della Repubblica.

Inoltre il CdA , a quanto ci risulta, ha un’altra bella gatta da pelare.

Una verifica amministrativo-contabile effettuata nel primo trimestre 2014 dai Servizi Ispettivi della Finanza Pubblica del Ministero dell’Economia e delle Finanze, avrebbe fatto emergere alcune disfunzioni ed irregolarità che potrebbero costituire danno erariale. In particolare, sarebbero emerse irregolarità nell’affidamento di incarichi di consulenza e nella contabilizzazione delle missioni, mancanza di verbali di aggiudicazione, mancanza di opportuni regolamenti per l’ affidamento di incarichi di collaborazione, registri di autovetture incompleti o non compilati.

La relazione dei Servizi Ispettivi è rimasta all’esame del Miur per più di quattro mesi, che ora ha chiesto spiegazioni all’ente. Siamo certi che questa volta la risposta non si farà attendere, perché c’è da scongiurare un possibile danno erariale …

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