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Giovedì, 04 Lug 2024

altSe la vicenda che vi stiamo per raccontare non fosse vera, ma purtroppo lo è, i lettori potrebbero pensare che Il Foglietto - dopo la storia delle liste elettorali fantasma della scorsa settimana - abbia deciso di cambiare genere d’informazione, per passare da quella reale a quella immaginaria.

Davvero fiabesco può apparire, infatti, un incomprensibile comportamento del più grosso ente di ricerca del paese, il Cnr, che immotivatamente nega a sei forse ignari dipendenti il diritto di essere legittimamente nominati dirigenti di ricerca, con effetti giuridici ed economici dal 31 dicembre 2001.

E’ accaduto, invero, che uno dei più contestati concorsi ex articolo 64 per dirigente di ricerca, quello a 16 posti (poi diventati 21) per l’Area “Scienze della Terra” (tra i pochi ad essere stati decisi sino a oggi dalla giustizia amministrativa), dopo essere stato sonoramente bocciato sia in primo grado che in appello, con giudizi severissimi da parte dei giudici e con consequenziale annullamento della graduatoria finale, sia stato rinnovato, con una nuova commissione che ha redatto una graduatoria di 21 vincitori e 8 idonei, approvata e resa pubblica dall’ente di piazzale Aldo Moro con disposizione dirigenziale n. 0045793 del 25 luglio 2013, nella quale  veniva esplicitamente ribadito quanto già previsto dal bando di concorso e cioè che “Ai predetti vincitori viene attribuito … il profilo professionale di Dirigente di Ricerca … qualora in servizio alla data del presente provvedimento”.

Stranamente, non veniva in alcun modo precisato se i 21 vincitori fossero, in tutto o in parte, in servizio alla succitata data di pubblicazione della graduatoria.

A distanza di poco più di un anno, esattamente il 24 settembre 2014, il Cnr tornava ad occuparsi della graduatoria de qua, per una sorta di errata corrige riguardante la decorrenza giuridica ed economica di cinque dei 21 vincitori, in particolare di quelli classificatisi dal 17 al 21 posto.

Anche in quest’ultimo provvedimento, in disparte alcune inesattezze, il Cnr precisava ancora una volta (art. 2, comma 4) che “l’efficacia e la validità delle nomine disposte nei commi precedenti è subordinata alla permanenza in sevizio dei suddetti dipendenti alla data del presente provvedimento”.

A parte quello che può sembrare un errore scusabile, vale a dire che la permanenza in servizio doveva sussistere alla data del precedente provvedimento di approvazione della graduatoria (disposizione del 25 luglio 2013), ciò che non appare scusabile è che ancora una volta l’ente non abbia precisato se i 21 vincitori fossero in tutto o in parte in servizio.

Non si tratta di una questione meramente formale o di lana caprina ma, come vedremo più innanzi, di sostanza. E che sostanza.

Infatti, da accertamenti effettuati dal sindacato Usi-Ricerca è risultato – senza timore di essere smentiti – che alla data di approvazione della graduatoria dei vincitori (ripetiamo: 25 luglio 2013), ad essere ancora in servizio presso il Cnr erano soltanto 11 dei 21 vincitori.

Ma vi è di più, sempre ad Usi-Ricerca, risulta che ad essere stati effettivamente nominati dirigenti di ricerca siano stati proprio in 11, mentre gli altri 10 sono stati espunti dalla graduatoria, proprio perché non più in servizio.

Tale espunzione, però, che doveva essere disposta contestualmente alla approvazione della graduatoria dei vincitori, sarebbe stata fatta senza apportare alcuna modifica alla graduatoria stessa, ma con una semplice lettera inviata al domicilio degli ex dipendenti, che si sarebbero subito attivati in sede giudiziaria, ottenendo dal Tar, al posto della mancata nomina a dirigente di ricerca, un congruo risarcimento del danno.

E per gli altri candidati, classificatisi dal 22° al 29°? Se si escludono il 22° e il 23°, anch’essi non più in servizio alla data di approvazione della graduatoria, per gli altri sei non c’è stato neppure uno straccio di comunicazione, perché a tutt’oggi continua incredibilmente a vivere la graduatoria del 25 luglio 2013.

Se, invece, il Cnr non fosse stato colto da un’amnesia, che si protrae da quasi due anni, nella predetta graduatoria dovevano figurare solo e soltanto i candidati in essa utilmente collocati ma in servizio alla data di pubblicazione della medesima graduatoria, tra i quali a pieno titolo i sei dipendenti che, illegittimamente, l’ente presieduto da Luigi Nicolais e diretto da Paolo Annunziato, continua a considerare semplici “idonei”, mentre in realtà sono vincitori a tutti gli effetti.

Chissà se dopo questo articolo, l’ufficio concorsi del Cnr si prenderà la briga di fare un semplice riscontro, che richiede non più di 5-10 minuti, per accertare quanti dei 29 dipendenti utilmente inseriti nella graduatoria del concorso in questione fossero in servizio alla data del 25 luglio 2013.

Se il predetto ufficio lo avesse fatto a tempo debito, come avrebbe dovuto, non avremmo raccontato questa storia “dell’altro mondo” e sei dipendenti sarebbero stati nominati da quasi due anni dirigenti di ricerca, con effetti giuridici ed economici dal 31 dicembre 2001!

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