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Giovedì, 04 Lug 2024

altLa scorsa settimana, un articolo del Foglietto, dopo aver biasimato l’assenza di un piano assunzionale dell’Ingv, fonte di comprensibile scoramento tra tutti i dipendenti, si è interrogato, senza trovare una risposta, sul mistero fitto che ha avvolto i contenuti di una riunione, tenutasi a Catania, tra il presidente Gresta e i Direttori di Sezione.

Un silenzio rotto soltanto per celebrare il prelibato menù a base di pesce finanziato dalla Convenzione con la Protezione civile per l’attività di sorveglianza sismica e vulcanica. Dove da un lato si fa fatica a cogliere il nesso tra il convito e la sorveglianza, dato che, dopo che uno ha mangiato, normalmente è meno vigile di prima, dall’altro si rimane impressionati che per pagare un pranzo occorra emettere un decreto, richiamando addirittura il codice degli appalti e nominando perfino un responsabile del procedimento, al quale - speriamo, anzi ne siamo certi - non potranno comunque essere inoltrate lamentele circa la bontà o meno delle portate.

Manco era finito il simposio catanese, che già l’infaticabile Gresta diffondeva un altro invito, a tutto il personale e per la giornata di oggi, questa volta per partecipare alla Mostra “1915-2015: cento anni dal terremoto della Marsica”, allestita dall’Ingv nelle sale espositive del Castello Piccolomini, in quel di Celano presso L’Aquila.

Clou dell’evento la proiezione del documentario “Le radici spezzate”, a cura di Lucrezia Lo Bianco e Agostino Pozzi. A seguire, numerosi interventi, non solo di Gresta e altri dipendenti Ingv ma anche di diversi sindaci della zona e di rappresentanti del Polo museale dell’Abruzzo e della Soprintendenza.

Diramato, come si è detto, a tutto il personale dell’Ingv, l’invito, probabilmente per la vicinanza temporale con il meeting catanese, ha fatto sorgere non poche perplessità circa il reale andamento dell’evento marsicano.

Celano, infatti, proprio dietro l’angolo non sta, nel senso che è un po’ lontano da Roma e, quindi, ci si è chiesti se ciascuno dovesse raggiungere la località abruzzese con mezzi propri e a proprie spese oppure se l’ente di via di Vigna Murata, con commendevole magnanimità, si sarebbe fatto carico di provvedere a fornire agli interessati tutti i mezzi necessari.

Subito dopo, ma non per importanza, l’incertezza ha finito per investire il pranzo, in tanti essendosi domandati se anche questo sarebbe stato graziosamente elargito sempre dall’Ingv e “caricato” sulla solita convenzione con la Protezione civile oppure se ciascuno avesse dovuto provvedervi per conto proprio, magari ripiegando su un modesto panino, opzione, quest’ultima, che certamente avrebbe reso la celebrazione assai meno attraente.

Come se già non bastasse l’imprevedibilità dei terremoti, cui comunque in qualche modo sono abituati, i dipendenti dell’Ingv hanno vissuto l’intera settimana scorsa nell’ulteriore terribile incertezza di cui abbiamo testé dato conto.

Per fortuna, di qui a poche ore ogni dubbio sarà fugato.

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