di Alex Malaspina
Nei giorni scorsi il senatore del Pd, Felice Casson, gia Pubblico Ministero presso la Procura di Venezia, ha presentato una articolata interrogazione (n. 4-01300, disponibile su “Notizie” di www.usirdbricerca.it) al Presidente del Consiglio e al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Si tratta di un duro attacco alla politica di gestione dell'Ispesl che da cinque lustri - un vero record negli enti di ricerca - viene dettata da Antonio Moccaldi, 68 anni, dapprima come direttore, poi come presidente e, dal 2008, nella veste di commissario straordinario. Secondo Casson “l'Ispesl non ha provveduto a realizzare, secondo il dettato dell'articolo 23 della legge n. 833/78, l'attività di accesso ai luoghi di lavoro per fini ispettivi, mancando, in questo, di costituire un fondamentale punto di raccordo con l'attività delle Asl; inoltre il Presidente dell'Ispesl (ora Commissario straordinario), dottor Antonio Moccaldi, in carica ininterrottamente da circa 25 anni, non ha mai adottato un'efficiente programmazione dell'attività dei dipendenti dell'istituto, di una gran parte dei quali non risultano valutabili concrete attività, né misure di intervento ispettivo a tutela della salute dei lavoratori”.
Nell'ultimo quarto di secolo, “all'interno dell'Ispesl - prosegue il senatore - il rapporto tra il personale nei dipartimenti territoriali, competenti per l'omologazione di sicurezza, e quello nella sede centrale si è invertito: nei 36 dipartimenti regionali e provinciali sono in servizio meno di 400 unità, rispetto a circa il doppio del personale nella sede centrale, con la conseguente riduzione dei controlli tecnici nei luoghi di lavoro da parte dell'istituto a fronte di un livello costantemente elevato di morti e di infortuni sul lavoro. A seguito di un ulteriore accertamento da parte del Ministero riguardante il turn over, sarebbe risultato che circa la metà del personale delle sedi periferiche andato in quiescenza non sarebbe stato sostituito e inoltre - prosegue Casson - tale dato risulterebbe oggi peggiore in seguito alla cessazione dei circa 150 collaboratori coordinati e continuativi, assunti nel 2008, il cui rinnovo dei contratti sarebbe ostacolato dal Collegio dei revisori dei conti”. La reazione dell'Ispesl per il tramite dell'Ufficio stampa non si è fatta attendere. “L'attività di accesso ai luoghi di lavoro non ci compete”. Allora il senatore Casson è caduto in errore? Intanto, Moccaldi, complice il terremoto in Abruzzo, dove l'Ispesl dovrà fornire il suo apporto, ha ottenuto, con una ordinanza firmata da Berlusconi il 28 aprile, una proroga sine die del suo mandato commissariale.
Da Il Foglietto di Usi/RdB n. 18 del 19 maggio 2009