Sul sito dell’Istituto nazionale di ricerca metrologica (Inrim), avente sede a Torino è comparso un singolare avviso d’asta.
Leggendolo, si apprende che scade questa mattina, esattamente alle ore 12, il termine per la presentazione delle offerte per tutti coloro che abbiano interesse a rispondere all’avviso stesso, per il cui tramite l’ente intende eliminare ”propri beni di natura bibliografica”.
Come dire, in disparte ogni forma di burocratese, che l’Inrim vende i suoi libri e che, a chi interessa l’offerta, non resta che farsi avanti per comprarseli.
Certamente per ignoranza nostra, finora sapevamo soltanto di libri donati a biblioteche di scuole e università oppure, al limite, alla Croce Rossa, ma di vendite siffatte mai sentito parlare. In ogni caso, il sito parla chiaro ed equivoci non possono essercene.
Avviso alla mano, leggiamo che trattasi di vendita a corpo; quindi, chi vuole i libri deve prenderli, come usa dirsi, in blocco, offrendo un prezzo al rialzo rispetto all’importo a base d’asta, fissato in 1000 euro. E poiché il “blocco” comprende 3200 volumi, peraltro puntualmente elencati, ciascuno di essi, a conti fatti, viene a costare poco più di 30 centesimi. Per un appassionato di metrologia e dintorni, una vera leccornia.
Sicuramente ogni libro vale più di questa modesta sommetta, ma si sarà valutato che, a venderli separatamente, occorreva troppo tempo per smaltirli e, probabilmente, l’ente non sarebbe mai riuscito a disfarsi di tutti quanti. Si è, perciò, preferito venderli insieme, confidando che, nell’acquirente, l’attrazione per quello interessante avrebbe trascinato con sé anche quelli che lo sono molto meno o non lo sono affatto.
Resta il fatto che fa, comunque, un certo effetto assistere a un evento del genere, se si pensa che a vendere i libri, un tempo definiti “il pane della scienza”, è un ente pubblico, per di più di ricerca.
Paul Valéry diceva che i libri hanno gli stessi nemici che ha l’uomo: il fuoco, l’umido, le bestie, il tempo e il loro stesso contenuto. Tra questi, quale sarà mai stato il nemico dei libri dell’Inrim!?!