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Venerdì, 03 Mag 2024

Il 5 ottobre scorso, abbiamo dato notizia della nomina del nuovo direttore del Dipartimento scienze biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche.

Il cda dell’ente presieduto da Massimo Inguscio, infatti, con delibera n. 110 del 26 settembre 2017, dopo una procedura pubblica, aveva (ri)nominato, per un quadriennio, Tullio Pozzan al vertice del prestigioso Dipartimento.

Il 7 dicembre scorso, a distanza di poco più di due mesi, con decreto n. 79, a firma del direttore generale facente funzioni Giambattista Brignone, da qualche giorno subentrato al dimissionario Massimiliano Di Bitetto, è giunta una sorta di rettifica del provvedimento adottato dal cda, dal momento che la durata dell’incarico conferito a Pozzan, che formalmente decorrerà, dal prossimo 1° gennaio 2018 (?), non andrà a scadere fra quattro anni ma fra meno di due, esattamente il 30 settembre 2019.

Quale il motivo di tale rettifica?

In primis, un decreto, arrivato al Cnr il 30 novembre 2017, con il quale Tullio Pozzan, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Padova, è stato collocato in aspettativa senza assegni dallo stesso Ateneo a decorrere dal 28 novembre 2017 e fino al 30 settembre 2019, e ciò in quanto sarà collocato a riposo dall'inizio dell'anno accademico successivo al compimento del settantesimo anno d'età e, precisamente, a decorrere dal 1 ottobre 2019.

In secundis, il disposto dell'articolo 6 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, che vieta alle pubbliche amministrazioni di attribuire incarichi dirigenziali o direttivi a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza, salvo che l'incarico - a richiesta dell'ente - non venga svolto a titolo gratuito.

Ciò che lascia perplessi, però, è che il cda del Cnr (dove il 26 settembre scorso tra i tre membri presenti sedevano due docenti universitari), al momento del conferimento del reincarico avrebbe dovuto sapere che il professor Pozzan sarebbe stato collocato a riposo dall'Ateneo Patavino a far data dal 1° ottobre 2019, con la conseguenza che, giusta il disposto dell’art. 6 del citato decreto-legge n.90, l’incarico stesso non avrebbe potuto avere durata quadriennale ma di gran lunga inferiore. Ma tant’è.

Ora, l’auspicio di tanti è che per la scelta del successore di Pozzan al vertice del Dipartimento scienze biomediche la procedura selettiva venga avviata con largo anticipo rispetto alla scadenza del mandato dello stesso Pozzan (30 settembre 2019) e ciò allo scopo di evitare il conferimento di nuovi incarichi ad interim che, come noto, dovrebbero essere solo e soltanto un’eccezione causata da eventi imprevedibili, e non una regola, come invece sembra essere nell’ente di piazzale Aldo Moro.

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