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Domenica, 05 Mag 2024

La Corte dei conti, di recente, ha trasmesso alle Presidenze di Camera e Senato – ai sensi dell’art. 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259 – la relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria 2018 della Società per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione (più brevemente, Mefop spa) nonché sulle evenienze di maggior rilievo medio tempore verificatesi.

La Società, costituita ai sensi dell’art. 59, comma 31, della legge 27 dicembre 1997, n.449 (legge finanziaria per l’anno 1998), è operativa dal 8 giugno 1999.

La predetta disposizione legislativa, al fine di favorire lo sviluppo delle forme pensionistiche, ha autorizzato per l'anno 1998 la spesa 3,5 miliardi di lire, destinata alla costituzione del capitale sociale.

Mefop spa all’atto della costituzione aveva come azionista unico Mediocredito Centrale spa che, a seguito di convenzione sottoscritta il 9 marzo 2001, ha trasferito a titolo gratuito le azioni all’allora ministero del Tesoro (ora dell'Economia e delle Finanze).

Le principali funzioni istituzionali della Società, che non è quotata in borsa, sono quelle di favorire lo sviluppo dei fondi pensionistici; disciplinare le forme di previdenza per l’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio pubblico; assicurare maggiori livelli di copertura previdenziale.

In particolare, la Società, nel corso del 2018, ha svolto attività di assistenza e supporto tecnico ai fondi pensione, nonché agli altri operatori del welfare integrativo. Nella relazione sulla gestione è specificato, inoltre, che la Società è impegnata anche in attività pubblicistica, convegnistica e di formazione.

In tali ambiti, si propone verso gli operatori della previdenza complementare come canale di diffusione di informazioni specialistiche attraverso la distribuzione delle diverse riviste: Magazine “Prospettive” (2 numeri),Welfare Online (12 numeri), Quaderni Mefop (1 numero), Workingpaper (3 numeri), Osservatorio Giuridico (2 numeri).

L’attività convegnistica e di formazione consiste nell’organizzazione, a Roma e a Milano, seminari formativi che hanno come destinatari i fondi soci e altri stakeholder. Sempre all’attività formativa Mefop organizza, in collaborazione con alcune Università, corsi specialistici su fondi sanitari, welfare integrato e rischi sanitari.

Gran parte dell’offerta formativa della Società è rappresentata dal finanziamento di borse di studio da parte di Inps-ex Gestione Inpdap. Mefop collabora con soggetti pubblici (Ministeri, Autorità di Vigilanza, Associazioni di categoria) per analizzare l’evoluzione del quadro normativo.

Al termine dell’esercizio 2018, nella compagine sociale figurano come azionisti, oltre al ministero dell’Economia e delle Finanze (58,15 per cento), 92 fondi pensione.

Mefop, i cui organi statutari sono l’Assemblea dei delegati, il Presidente, il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale, alla fine dell’esercizio 2018 contava, oltre al direttore generale, 16 dipendenti di cui 3 quadri e 13 impiegati, per un costo complessivo di 1.492.800 euro.

Dal blancio consuntivo 2018, approvato il 5 giugno 2019, emerge che il conto economico ha fatto registrare un utile d’esercizio di euro 419.009 (350.961 nel 2017), mostrando, nel raffronto con il precedente esercizio, un incremento di euro 68.048 (+19,39 per cento); il patrimonio netto è passato da euro 5.107.654, nel 2017, ad euro 5.526.663, con una crescita di euro 419.009 rispetto all’anno precedente (+8,2per cento).

L’Assemblea, su proposta del cda, ha deliberato di non distribuire un dividendo, come già avvenuto negli ultimi esercizi. Conseguentemente, la Società dispone di una liquidità che, al 31 dicembre 2018, ammonta ad euro 5.401.097 e alla quale va a sommarsi un milione di euro in attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni.

Sul punto, la Corte dei conti ha mosso un rilievo, sottolineando la necessità che l’individuazione degli intermediari ai quali viene affidata la gestione della liquidità avvenga con criteri di trasparenza.

Ma i magistrati contabili hanno mosso qualche altro appunto, a partire dalla mancata motivazione del perché l’Assemblea della Società non abbia ancora assolto l’obbligo di legge di motivare, ai sensi del terzo comma dell’art. 11 del Testo unico delle società partecipate (Tusp), le ragioni per le quali la stessa Società continui a essere amministrata da un Consiglio di amministrazione composto da cinque amministratori anziché da un amministratore unico.

Inoltre, la Corte “ritiene necessario che la società proceda all’effettivo recupero delle somme corrisposte, negli esercizi 2017 e 2018, al Consiglio di amministrazione in eccedenza al dovuto, violando l'art. 11, comma 7, del Tusp”.

Infine, dopo aver accertato che “l’importo destinato al pagamento dei bonus dipendenti viene determinato discrezionalmente dal Consiglio di amministrazione senza alcuna definizione dei criteri”, i magistrati contabili ricordano “che il premio di risultato, atteggiandosi a parte variabile della retribuzione, è necessariamente sottoposto a precise condizioni”, per cui “deve essere commisurato ad obiettivi di performance, predeterminati e misurabili, nonché deve essere determinato in modo ‘congruo’ sia in relazione alla parte fissa del trattamento economico sia ai risultati positivi di gestione che nel caso di una società a controllo pubblico è rappresentato dal valore creato per la società e, in ultima istanza, per i soci pubblici che vi partecipano”.

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