Tra le ipotesi fatte dal nostro giornale per cercare di ridare al Cnr un presidente pleno jure, dopo l’incredibile stato in cui si è venuto a trovare per l'inerzia dell’ex ministro Manfredi, la neo titolare del Ministero dell'univesità e della ricerca (Mur), Maria Cristina Messa, sembra aver scelto la terza via indicata dal Foglietto, ma con tempi biblici: un nuovo bando pubblico, una nuova selezione, un nuovo Search Committee.
E’ quanto emerge, anche se non in maniera del tutto chiara, dall’intervista, apparsa oggi, rilasciata dalla ministra al quotidiano La Repubblica. Ciò che lascia basiti, infatti, è la risposta della ministra: “Entro l’estate”, alla domanda del giornalista: “Quando avremo il nuovo presidente del Cnr?”.
Eppure, il 16 febbraio scorso, lo stesso quotidiano così titolava un articolo: La paralisi del Cnr, la ministra Messa: “In settimana nominerò il presidente”.
Cosa è successo dal 16 febbraio ad oggi?
Forse la nomina, con una discutibile procedura, di un vice presidente, coadiuvato da due membri del cda; un organo a dir poco precario, dove è sufficiente l’assenza o l’uscita dall’aula di un componente prima del voto per paralizzare la gestione del Consiglio nazionale delle ricerche.
Si può lasciare, per quattro mesi (tanti ne mancano all’inizio dell’estate) il più importante ente pubblico di ricerca del Paese – con 8 mila e passa dipendenti, di cui oltre 5mila tra ricercatori e tecnologi; un centinaio di Istituti e circa trecento sedi sparse su tutto il territorio nazionale; un budget di oltre 900milioni annui, di cui almeno 650 di provenienza Miur (ora, Mur), cioè di fondi pubblici – nelle mani di un organismo privo di un presidente pleno jure e di un cda largamente incompleto?
Per la neo ministra Messa, sembrerebbe proprio di sì!
Adriana Spera