Il Nobel per la Fisica 2020 è andato alla scoperta di un enorme buco nero al centro della nostra Galassia. Tra i premiati, insieme a Roger Penrose e Reinhard Genzel, l’ astrofisica statunitense Andrea Ghez (1965), docente alla facoltà di Fisica ed Astronomia dell'University of California, Los Angeles.
Cosa sia un buco nero è difficile da spiegare, ma la professoressa Mariafelicia De Laurentis, docente all’Università Federico II di Napoli, ricercatrice del Progetto internazionale “Event Horizon Telescop” che ne ha immortalato l’immagine nel 2019, lo fa in modo semplice.
“Un buco nero è un oggetto celeste, dotato di un forte campo gravitazionale, che attira tutto: è un grande aspirapolvere. L’alone colorato rossiccio, la parte nera chiamata ombra del buco nero e il limite tra la parte luminosa e la parte nera sono l’orizzonte degli eventi oltre il quale non c’è più nulla, si vive in assenza di luce e ogni oggetto che ci entra dentro non può più uscire. Ecco perchè l’analogia con l’aspirapolvere”.
La fotografia del buco nero realizzata solo due anni fa rappresenta un passo storico per la scienza perché, dopo tanti tentativi, gli scienziati della collaborazione internazionale Eht, sono riusciti a catturare e vedere ciò che da tempo studiavano in modo astratto.
Si sapeva infatti dell’esistenza del buco nero come equazione ma, con lo scatto, gli scienziati lo hanno formalizzato e reso visibile.
Per chi studia le teorie della gravitazione quello scatto è stato una vera conquista. Si poteva solo immaginare come fosse, ora è stato reso noto e conferma quello che i calcoli teorici, derivati dalle formule della Relatività di Einstein, predicevano.
Quella foto è un’enorme conquista tecnologica e ci dice che Einstein aveva di nuovo ragione.
Per approfondire: Sara Sesti, Liliana Moro “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2020.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice su " Donne e scienza"
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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