Redazione
Enrico Giovannini, presidente dell’Istat dall’agosto del 2009, sembra aver perso il sonno dal 31 maggio scorso, data di pubblicazione in Gazzetta del decreto di manovra correttiva.
A turbare Giovannini è la disposizione contenuta nel comma 8 dell’art. 50 del decreto-legge n. 78 che, da un lato, assicura all’Istat oltre 600 mln di euro in tre anni per lo svolgimento dei Censimenti del 2011, e, dall’altro, obbliga lo stesso ente a “accogliere” - a domanda - nei propri ruoli “anche in soprannumero”, ricercatori e tecnologi di tre enti di ricerca soppressi (Isae, Insean ed Ente italiano della montagna), nonchè, sempre su richiesta degli interessati, il personale - dirigenziale e non - degli enti, che risulti in esubero all’esito della rideterminazione delle dotazioni organiche di cui all’art. 2, comma 8-bis, del decreto-legge n. 194 del 30 dicembre 2009 (c.d. decreto “tagliaenti”), convertito il legge n. 25/2010.
La norma, oltre a creare seri problemi economici, ne crea anche di logistici: dove allocare il potenziale esercito di ricercatori, tecnici e amministrativi che dovesse chiedere “asilo” all’Istat? Per ovviare a tale ultimo inconveniente, c’è chi ha proposto maliziosamente di chiedere alla Protezione Civile l’installazione di una maxi tendopoli a Pietralata, sul terreno acquistato per circa 15 mln di euro dall’Istat nel 2007 per costruire la nuova sede, che tuttora è abbandonato a se stesso. Come più volte documentato dal Foglietto.