di Ivan Duca
Costruire palazzi per contrastare la fuga dei cervelli. Questa l'idea alla base dell'accordo tra Regione Calabria e Cnr.
La Regione attingendo ai 300M€ di fondi regionali del POR Calabria FESR 2007/2013 finanzierà i nuovi insediamenti Cnr sui terreni concessi in uso gratuito delle università di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza.
Il Cnr, da parte sua, ha promesso investimenti per personale e tecnologie, tutti da verificare alla luce dei dati di bilancio del Cnr e del blocco delle assunzioni per i prossimi anni.
Mentre i calabresi si interrogano sulle priorità di Scopelliti, in una Regione dove la sanità al collasso e le emergenze lavoro, economia e 'Ndrangheta sono la norma, la comunità calabrese del Cnr (177 dipendenti, di cui 145 in provincia di Cosenza, 16 in provincia di Catanzaro e 16 a Reggio Calabria) avrebbe preferito fondi per progetti di ricerca e per i precari del settore prima che nuove sedi.
Analizzando il protocollo d'intesa siglato emergono, poi, alcune criticità. Infatti, la prevista ricollocazione delle strutture nei nuovi insediamenti non pare di facile realizzazione per le sedi dell'Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare di Reggio Calabria (IBIM) e dell'Istituto di Scienze Neurologiche di Cosenza (ISN).
L'IBIM è attualmente integrato nel reparto di nefrologia dell'Ospedale di Reggio Calabria e, attesi i risultati ed il ruolo di rilievo nel sistema sanitario locale, non sarebbe collocabile che in prossimità dello stesso nosocomio. Situazione analoga quella dell'ISN di Cosenza, che con i suoi 43 dipendenti, si è distinto tra le eccellenze del Cnr per meriti scientifici (83/100 il punteggio attribuito dai Panel internazionali di valutazione) ed effettua annualmente migliaia di prestazioni sanitarie in genetica e diagnostica per immagini di altissima qualità convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale per pazienti calabresi e di altre regioni.
Lo spostamento in altra sede pone immediati problemi per l'erogazione delle prestazioni sanitarie, vincolate ai requisiti anche logistici e di localizzazione necessari all'accreditamento con il SSN, con il conseguente smantellamento del circolo virtuoso sanità-ricerca-formazione, che oggi determina il successo dell'Istituto, oltre a costituirne la fonte principale di bilancio.
La Regione, dunque, anziché finanziare nuove colate di cemento, dovrebbe piuttosto farsi carico di potenziare e consolidare le attuali realtà della ricerca pubblica targate Cnr. Per il bene della Calabria e del Paese.