Redazione
Ormai è ufficiale, dopo l'ok da parte del Senato, l'Isae chiude i battenti.
Un budget annuo di 15 mln di euro; 120 dipendenti di ruolo alla fine del 2008 (73 tra ricercatori e tecnologi e 47 tra tecnici e amministrativi); 8 precari; un presidente da 93 mila euro anni e un dg da 125 mila; un Comitato amministrativo e un collegio di revisori a gettone.
Mentre i lavoratori attendono con ansia che vengano chiariti i termini della soppressione, all'Istat, dove per legge potrebbero trovare "asilo" tutti o parte dei dipendenti, si osserva con sospetto, non solo per la possibile saturazione dei ruoli che conseguirebbe all'arrivo degli ex Isae, ma anche per il calcolo della massa salariale dai cui attingere il salario accessorio.
Intanto che si diradi la nebbia che avvolge l'inopinata quanto inconcepibile operazione fortemente voluta da Giulio Tremonti, da segnalare che qualche giorno fa la Corte dei conti ha pubblicato i risultati della Relazione 2007-2008 sulla gestione dell'Isae, di cui ci limitiamo a riportare solo le conclusioni, che si appalesano per l'(ex)ente di piazza Indipendenza come una via di mezzo tra la beffa e l'epitaffio.
"A distanza di circa un decennio dall'istituzione - scrivono i giudici contabili - l'Isae sta ancora tentando di pervenire ad una funzionalità ottimale... Peraltro, l’art. 7, comma 18, del D.L. n. 78 del 31 maggio 2010, ha previsto la soppressione dell’Isae le cui funzioni e risorse sono state assegnate al Ministero”.
Più che una Relazione, dunque, un vero de profundis.